I SUOCERI ALBANESI al Teatro Carcano di Milano 13 gennaio - 24 gennaio 2016

Una famiglia borghese: un
padre, una madre e una figlia. Lucio, cinquantacinquenne, consigliere comunale
progressista, e Ginevra, cinquantenne, chef in carriera, con un passato fatto
di lotte politiche e rivolte generazionali, conducono un’esistenza improntata al politically correct,
cercando quotidianamente di trasmettere alla figlia Camilla, sedici anni, il
loro stile di vita, pregno di valori
importanti, di parole mai banali: l’importanza della politica, della
solidarietà, della
fratellanza. Ogni occasione è buona per ribadire questi
concetti edificanti: a tavola, ascoltando un telegiornale, commentando episodi
di vita. Al terzetto si aggiunge l’amica del cuore di Ginevra, Benedetta,
erborista alternativa in analisi perenne e ossessivamente a caccia di un
compagno, e frequentatrice abituale della casa, sui cui abitanti non manca di
riversare le sue fragilità.
Come in tutte le famiglie, anche le incombenze pratiche occupano
uno spazio importante nella vita di Lucio e Ginevra e la rottura di una
tubazione del bagno di servizio, che rischia di allagare l’appartamento
sottostante, occupato da un eccentrico tenente colonnello, obbliga i coniugi a
chiamare una ditta per il restauro completo del locale. La ditta è formata da
due giovani uomini: Igli, 35 anni e Lushan, 18. Sono albanesi, con alle spalle una storia simile a quelle
che si leggono tutti i giorni sui giornali: viaggi su
barconi fatiscenti, periodi di clandestinità, infine l’agognato permesso di
soggiorno e adesso una ditta, con tanto di partita Iva e lavoro in quantità. Un
esempio da seguire per Camilla e i giovani come lei, abituati al contrario a
situazioni agiate e iperprotettive. È questo che Lucio e Ginevra pensano,
contemplando la luce che illumina gli sguardi dei due albanesi. Una luce piena
di vitalità, voglia di fare, come solo chi ha davvero conosciuto la fame può
ancora avere.
Ma un giorno Lucio dimentica un importante documento, torna a
casa ad un orario imprevisto e le
certezze sue e di Ginevra crollano come un castello di carte. A
dimostrazione che i vecchi proverbi non passano mai di moda: chi predica bene, razzola male…
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