CASA DI BAMBOLA al TEATRO MENOTTI di Milano- 1/11 marzo

Decimo appuntamento in abbonamento della 48a Stagione 2017/2018 dall'1 all'11 marzo 2018
Una grande interprete
come Valentina Sperlì per il capolavoro di Ibsen.
Una lettura moderna e
visionaria.
Associazione
Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale
presenta CASA DI BAMBOLA di Henrik Ibsen
dall'1 all'11 marzo 2018
con Valentina Sperlì, Roberto Valerio,
Michele Nani, Massimo Grigò, Carlotta Viscovo
Personaggi e interpreti (in
ordine di apparizione)
Nora Helmer VALENTINA SPERLÌ
Torvald Helmer ROBERTO VALERIO
La signora Linde CARLOTTA VISCOVO
Il Dottor Rank MASSIMO GRIGÒ
Krogstad MICHELE NANI
La balia DEBORA PINO
Torvald Helmer ROBERTO VALERIO
La signora Linde CARLOTTA VISCOVO
Il Dottor Rank MASSIMO GRIGÒ
Krogstad MICHELE NANI
La balia DEBORA PINO
adattamento e regia
Roberto Valerio
Scena Giorgio Gori – Costumi Lucia Mariani – Luci Emiliano
Pona
Quando nel 1879 Casa di bambola fu
rappresentato per la prima volta, il dramma suscitò scandalo e polemica
ovunque per la sua lettura come esempio di un femminismo
estremo; tanto che in Germania Ibsen fu addirittura costretto a trovargli un
nuovo finale, perché la protagonista si rifiutava di impersonare una madre da
lei ritenuta snaturata.
Partendo da una nuova e attenta rilettura di
questo grande classico di fine '800, attraverso una riscrittura e
rielaborazione scenica del testo, si approda così ad uno spettacolo dove il
centro è “il dramma nudo”, spogliato di bellurie ottocentesche e convenzioni
borghesi.
APPUNTI
PER UNA REGIA
Casa di bambola (1879) è un testo complesso e seducente che
restituisce molteplici e potenti suggestioni. È l’intreccio dialettico di una
crisi, di una transizione, di un passaggio, di un percorso evolutivo; è il
ritratto espressionista (L’urlo di Munch è del 1893) di un disperato
anelito alla libertà che crea però angoscia e smarrimento.
I personaggi si
muovono in uno spazio scenografico spoglio/essenziale, sghembo, caricaturale,
oscillando tra il sogno e la veglia, tra la verità e la menzogna, tra il
desiderio e la necessità. Uno spazio onirico che trasfigura la realtà in
miraggio, delirio, allucinazione, incubo. Una scena stilizzata per raccontare
al meglio un desolante deserto relazionale ed esistenziale popolato non da
volti ma da maschere che si
apprestano a inscenare un dramma della finzione.
Madre di tre
figli piccoli, Nora è sposata da otto anni con l'avvocato Torvald Helmer, che
la considera alla stregua di un grazioso e vivace animale domestico. E lei
'sembra' felice in questa sua gabbia familiare. Entrambi vittime della loro
incapacità di comunicare realmente, entrambi intrappolati in ruoli che si sono
vicendevolmente assegnati: lei consapevolmente confusa , lui ignaro e
sentimentalmente analfabeta.
Alberga in Nora
la consapevolezza repressa di essere stata costretta dal padre e dal marito a
vivere nel sortilegio dell’infantilismo e dell’inettitudine. Ma
quell’embrionale pallido incosciente rancore svanisce di fronte all’ideale di
perfezione a cui ha ancorato l’immagine di Helmer; e così, la relazione tra i
due è viziata dalla reificazione e dall’abuso, percepibile nel sottile confine
che separa l’oltraggio dal gioco, l’acquiescenza dalla complicità,
l’oppressione dalla devozione.
Nora forse non
possiede gli strumenti per sottrarsi ai vincoli che la tengono in scacco e le
impediscono di evolvere come individuo pienamente cosciente, autonomo, capace
attraverso le armi della critica di esercitare pienamente il proprio libero
pensiero e incamminarsi sulla strada che conduce all’autodeterminazione (a
differenza delle altre due figure femminili create da Ibsen negli anni
seguenti: Hedda Gabler e Ellida de La
donna del mare).
Ma Nora è senz’altro
attraversata, trafitta, tormentata dai germi della ribellione. Nora vuole
naufragare. Vuole abbandonarsi nell’oceano infinito del possibile; quel brodo
primordiale, quel tutto indefinito e molteplice, creatore di ogni cosa, soffio
inquieto e vitale: la libertà. Suggestione vagheggiata, sognata, desiderata ma
non agita. Che irrompe con forza crescente nella coscienza di Nora spingendola
a intraprendere un cammino doloroso e pieno di insidie verso la maturità.
Ma Nora come la
fenice risorgerà dalle sue ceneri e spiccherà il volo verso la felicità? O il
solo concetto del tramonto segnerà simbolicamente il suo orizzonte
esistenziale? Sarà capace di
sopravvivere alla distruzione di quel mondo che nonostante tutto l’ha cullata
in acque rassicuranti e arenata in paradisi artificiali? Non sappiamo cosa ne
sarà di Nora. Non sappiamo se sarà davvero capace di accogliere pienamente il
cambiamento avvenuto dentro di lei per rifondarsi in una nuova esistenza.
Non ci è dato
saperlo. La portata tragicamente attuale di Casa di bambola si declina
forse nell’ambiguità del finale. Solo immaginandoci Nora come una donna che
vive, pensa, agisce nel nostro tempo presente, possiamo forse investire Casa
di bambola di un significato ultimo che non tradisce il testo ma che è capace
di parlare a un pubblico contemporaneo.
Roberto Valerio
Con questo allestimento del celebre dramma di Ibsen, tornano a lavorare
insieme un gruppo di artisti (Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Michele Nani,
Massimo Grigò, Carlotta Viscovo) che hanno realizzato negli ultimi anni
spettacoli di valore, apprezzati da pubblico e critica, come Il Vantone
di Pier Paolo Pasolini, Un marito ideale di Oscar Wilde e L'impresario
delle Smirne di Goldoni.
BIGLIETTERIA
TEATRO MENOTTI
TEATRO MENOTTI
PREZZI
-
intero
28.00 € + 1.50 € prevendita
-
ridotto
over 65/under 14 - 14.00 € + 1.50 € prevendita
-
martedì
e mercoledì posto unico 14.00 € + 1.50 € prevendita
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Dal
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domenica
ore 14.30 | 16.30 solo nei giorni di spettacolo
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giovedì e venerdì ore 20.30
mercoledì
e sabato ore 19.30 (eccetto le prime
ore 20.30)
domenica
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lunedì riposo
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