Una Tempesta dal Paradiso:- Galleria d’Arte Moderna di Milano (GAM)

La
mostra di arte contemporanea del Medio Oriente e Nord Africa segna l'ottava e
ultima tappa della Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative
SEDE: Galleria d’Arte Moderna di Milano (GAM)
INDIRIZZO: Villa Reale, Via Palestro 16, 20121 Milano,
Italia
DATE: 11 Aprile–17 Giugno 2018
Organizzata da Sara Raza, curatrice della Guggenheim UBS
MAP per il Medio Oriente e il Nord Africa, in collaborazione con Paola Zatti,
Conservatore Responsabile della Galleria d'Arte Moderna, e Omar Cucciniello,
Conservatore della Galleria d'Arte Moderna, la mostra è imperniata su un gruppo
variegato di voci artistiche e su problematiche critiche legate a una regione
in rapida evoluzione, al centro di una diaspora di respiro internazionale. I
lavori presentati dai tredici artisti esplorano i temi interconnessi della
migrazione, della dislocazione, dell'architettura, della geometria e della storia
grazie a un'ampia gamma di mezzi espressivi tra i quali lavori su carta,
installazioni, fotografia, scultura e video. Una Tempesta dal Paradiso è stata presentata in anteprima al
Guggenheim Museum nell'aprile del 2016.
''La mostra ci spinge a confrontarci con idee stimolanti
e con strategie artistiche rigorose, tutte in grado di farci riflettere su una
regione vitale del mondo d'oggi'', ha dichiarato Richard Armstrong, direttore
del Solomon R. Guggenheim Museum and Foundation. ''La tappa di Milano,che coronail
progetto, celebra la straordinaria influenza esercitata da un gruppo di artisti
le cui opere e le cui idee hanno contribuito a dar forma all'arte
contemporanea. Facciamo nostro l'auspicio che le stesse opere, le relazioni promosse dal progetto MAP e le idee scaturite in
occasione delle numerose mostre continuino ad avere ampia risonanza grazie alla
portata senza precedenti del programma MAP. Siamo grati al nostro lungimirante
partner UBS e ai colleghi delle istituzioni con cui abbiamo collaborato in
tutto il mondo, inclusi gli amici della GAM. Grazie al lavoro sul campo con
artisti, professionisti dell'arte e pubblico, possiamo raccontare oggi il
contemporaneo in modo più ricco e ampio e rappresentare più fedelmente l'arte
del nostro tempo''.
“Il Medio
Oriente e il Nord Africa si trovano al centro di mutamenti radicali a livello
mondiale”, ha dichiarato Fabio Innocenzi, UBS Italy Country Head. “Siamo fieri
di aver portato questa mostra alla Galleria d'Arte Moderna e consentito ai
nostri clienti, ai collaboratori e agli appassionati d'arte di sentirsi parte
della sfida che l'arte ci offre riguardo i problemi globali e la nostra
società. Come UBS diamo sostegno a iniziative culturali - in Italia al fianco
della GAM da molti anni – e utilizziamo l’arte contemporanea come strumento per
confrontare idee, ispirazioni e opinioni, sperando così di dare un contributo
concreto per una maggior ricchezza di vita”.
Sintesi della mostra
Una Tempesta
dal Paradisoespone sedici lavori di tredici artisti nellesale al
pianterreno della GAM. Il titolo della mostra è ispirato all'opera di Rokni
Haerizadeh che,a sua volta, citaun saggio del filosofo tedesco Walter Benjamin.
Ma una Tempesta Spira dal Paradiso (But a Storm Is Blowing from Paradise,
2010) di Rokni Haerizadeh consiste in unaserie di opere su carta basate su immagini acquisite da mezzi di informazione di massa. Sovrapponendo alle fotografie di gruppi di persone strati di gesso,
inchiostro e acquerello, l'artista trasforma i suoi soggetti in creature ibride,
a metà tra esseri umani e animali, offrendoci una panoramica grottesca sulla
decadenza della realtà contemporanea, come enfatizzata dai mass media.
Tra le altre opere che implicitamente mettono in discussione le consuete
rappresentazioni del Medio Oriente e del Nord Africa,viene esposta anche Immagini Latenti, Diario di un Fotografo,
177 Giorni di Performance (Latent
Images, Diary of a Photographer, 177 Days of Performances, 2015) di Joana
Hadjithomas e Khalil Joreige, un'installazione di 354 libri esposti su 177
mensole di metallo, contenenti le descrizioni di ipotetiche foto scattate
durante la guerra civile libanese da un fotografo immaginario, Abdallah Farah,
a dimostrazione del sottile confine tra mito e realtà.
Tra i lavori che affrontano la tematica urgente della migrazione dei popoli
e delle idee troviamo Crea la Tua Storia
con il Materiale Fornito (Create Your
Own Story with the Given Material) di Gülsün Karamustafa (1977) che
consiste in una composizione di trenta magliette bianche, taglia ragazzo, che
l'artista ha chiuso ricucendole con del filo nero. L’opera vuole essere una riflessione
sul dramma dei bambini che emigrano in Turchia, per i quali il passaggio sicuro
nel paese e la successiva libertà di movimento rimangono una questione aperta.
Storie immaginarie e storia vera si intersecano in un video di Lida Abdul
intitolato In Transito (In Transit, 2008). In questo lavoro, un
gruppo di bambini nelle vicinanze di Kabul gioca all'interno della carcassa di
un aereo da guerra sovietico abbattuto, tentando senza successo ma con infinito
ottimismo di ripararlo con del cotone e delle corde. Il gruppo di ragazzi diventa un'allegoria
dell'impossibilità percepita di ricostruire l'Afghanistan, ma anche dell'idea
di Abdul per cui ''qualunque cosa è possibile quando tutto è perduto''.
Uno sguardo ibrido sul passato e sul presente caratterizza Disarmo 1-10 (Disarm 1-10) di Ahmed Mater (2013), dieci light box con fotografie
che mettono in evidenza un paesaggio urbano soggetto a rapidi cambiamenti
strutturali e sociali. Gli scatti sono stati realizzati dall'artista dalla
cabina di pilotaggio di un elicottero militare saudita alla ricerca di
pellegrini non autorizzati diretti alla Mecca. In Studi sul Patrimonio #10 (Heritage
Studies #10, 2015) di Iman Issa, il modello in rame di una colonna con una
didascalia che recita ''Colonna del Gran Colonnato della capitale di nuova
fondazione Samarra” reinterpreta un oggetto storico in un contesto più intimo.
L'architettura sembra essere un elemento chiave nell'elaborazione del
modernismo nella regione e risulta prevalente in diverse opere, fra cui Senza Titolo-Ghardaïa, (Untitled-Ghardaïa, 2009) di Kader Attia.
L'opera consiste in un modello in scala fatto di couscous della città di
Ghardaïa, in Algeria, dichiarata patrimonio mondiale dell’UNESCO, i cui edifici
tradizionali hanno influenzato il modernista Le Corbusier; anche Costruzione (Building, 2009) di Susan Hefuna, attraverso i suoi nove disegni,allude
sia a diagrammi cartografici sia a schizzi di elementi architettonici come la
mashrabiyya, una tradizionale finestra a graticcio; Corrimano di Banca (Bank
Bannister -Banque Bannister,
2010) di Hassan Khan, è una riproduzione scultorea del corrimano esterno della
Banca Misr, la prima banca statale in Egitto. Studio per un Monumento (Study
for a Monument, 2013-16) di Abbas Akhavan,una serie di calchi in bronzo di
piante native del sistema fluviale del Tigri e dell’Eufrate esposte su lenzuola
bianche stese sul pavimento, propone invece idee alternative riguardanti la
cultura e la diffusione dei monumenti pubblici. Nella serie Paesaggi Tremanti (Trembling Landscapes, Paysages
Tremblants 2014-16), Ali Cherri presenta alcune mappe aeree stampate di
Algeri, Damasco, Erbil, la Mecca e Teheran, che evidenziano linee di faglia
responsabili di terremoti disastrosi e le accosta ad esempi di turbolenze
politiche e di sviluppi architettonici. Ergin Çavuşoğlu nella sua installazione
site specific Allevamento di Polvere
(Dust Breeding, 2011) invita
i visitatori a camminare su un disegno anamorfico posto a terra. L'opera è infatti basata sul
modello di un cementificio che si trova in Turchia. I movimenti dei visitatori
vengono ripresi e trasmessi su un monitor che si trova accanto,nel quale essi sembrano
essere parte di una scultura tridimensionale.
Artisti
presenti in mostra
- Lida Abdul (n. 1973, a Kabul; vive e lavora a
Los Angeles e a Kabul)
- Abbas Akhavan (n. 1977, a Teheran; vive e
lavora a Toronto)
- Kader Attia (n. 1970, a Dugny, Francia; vive e
lavora a Berlino)
- Ergin Çavuşoğlu (n. 1968, a Targovishte,
Bulgaria; vive e lavora a Londra)
- Ali Cherri (n. 1976, a Beirut; vive e lavora a
Beirut e a Parigi)
- Joana Hadjithomas e Khalil Joreige (entrambi
n. 1969, a Beirut; vivono e lavorano a Beirut e a Parigi)
- Rokni Haerizadeh (n. 1978, a Teheran; vive e
lavora a Dubai)
- Susan Hefuna (n. 1962, a Berlino; vive e
lavora a Düsseldorf)
- Gülsün Karamustafa (n. 1946, a Ankara; vive e
lavora a Istanbul)
- Hassan Khan (n. 1975, a Londra; vive e lavora
al Cairo)
- Ahmed Mater (n. 1979, a Tabuk, Arabia Saudita;
vive e lavora a Gedda, Arabia Saudita)
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