Palazzo Pretorio. Un Museo per la Città di Prato
![Prato ] Dopo Caravaggio. Il Seicento Napoletano nelle collezioni ...](https://www.tempoliberotoscana.it/wp-content/uploads/2020/01/dopo_caravaggio.jpg)
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IL MUSEO DI PALAZZO PRETORIO SI RACCONTA
"DOPO CARAVAGGIO. IL SEICENTO NAPOLETANO NELLE COLLEZIONI DI PALAZZO PRETORIO E DELLA FONDAZIONE DE VITO"
Testimone
silenzioso della storia della città l’edifico che ospita il Museo di Palazzo
Pretorio, racconta oltre settecento anni di storia. Le prime notizie
documentarie dell’edificio come palazzo pubblico risalgono al 1284, quando il
Capitano del Popolo Francesco de’ Frescobaldi ne fece l’abitazione dei
magistrati. Il primo nucleo fu ampliato nel Trecento, dando forma a uno dei più
raffinati palazzi pubblici toscani del Medioevo. Col crescere della
città il palazzo venne trasformato e adattato alle nuove esigenze e funzioni,
il suo aspetto attuale è la sintesi dell'alternarsi degli stili architettonici
e dei continui rimaneggiamenti della sua struttura. Nell’Ottocento, anche per
gravi problemi statici perse importanza, rischiando addirittura di essere
demolito. Gli imponenti restauri e rifacimenti comportano un nuovo uso della
struttura che divenne nel 1912 sede della Galleria Comunale.
Risale
al 1954 il nuovo allestimento rimasto sostanzialmente invariato fino
all’ultimo, complessivo restauro, avviato nel 1998 e concluso nel 2013 che
lo ha restituito al suo ruolo prestigioso: custode di opere d’arte ma anche
forziere delle memorie e delle vicende storiche di Prato.
Negli
splendidi spazi di Palazzo Pretorio si può ammirare una collezione di
capolavori formata nei secoli grazie ad artisti come Bernardo Daddi,
Giovanni da Milano, Donatello e Filippo Lippi, come i pratesi Filippino Lippi e
Lorenzo Bartolini. Le sale del museo
sono arricchite da affreschi, stemmi dipinti, statue e altri ornamenti lapidei,
testimonianza delle varie destinazioni nel corso dei secoli. Al piano terreno,
nelle sale dedicate all’accoglienza del pubblico, si conserva lo stemma
trecentesco in pietra col Cavaliere, l’insegna più antica del Comune,
ritrovato nei lavori del 1926.
Il Museo - A piano terra
oggetti, dipinti e pannelli introducono il viaggio nella storia della città,si
trovano il Forziere ligneo con gli emblemi della Repubblica, del popolo
fiorentino, di Prato e dei suoi quartieri, lo Scudo del pittore fiorentino
Zanobi Poggini, con i sette stemmi delle più importanti istituzioni
assistenziali cittadine e dipinti, come la Visione di san Filippo Neri, dipinta
da Orazio Fidani che celebra la concessione a Prato dell'agognato titolo di
diocesi e di città, ottenuto nel 1653. Il primo piano è dedicato alle opere dal
Trecento al Quattrocento, con i grandi Polittici, tra cui la
spettacolare macchina d'altare di Giovanni da Milano, e con i capolavori di
Filippo Lippi e dell'Officina pratese, una pagina cruciale del Rinascimento.
Una sala è interamente dedicata alla Sacra Cintola. Il secondo piano
ospita le opere fra il Cinquecento e il Settecento; le grandi Pale
testimoniano la presenza in città di conventi, chiese e oratori, con opere del
Poppi, Santi di Tito e Alessandro Allori ma anche i dipinti di Maestri come Battistello
Caracciolo, Cecco Bravo e Mattia Preti. Nel mezzanino fra il secondo e il
terzo piano è allestita una selezione di opere della collezione Martini, raro
esempio di cabinet d'art di gusto settecentesco. Il salone del terzo
piano, ristrutturato agli inizi del Novecento con una solenne copertura lignea
a capriate, è dedicato a Ottocento e Novecento, vi si trovano le opere di Lorenzo
Bartolini, formidabile interprete del naturalismo a livello europeo, in
stretto dialogo con quelle di Jacques Lipchitz, protagonista dell'arte
del Novecento.
A ogni piano il periodo storico di riferimento è
introdotto dal ritratto. Il primo è mercante pratese Francesco di Marco
Datini, al quale si deve il finanziamento di tanti capolavori in città. Fu
realizzato dal pittore pratese Tommaso di Piero Trombetto nel 1491. Testimonial
del secondo piano è Francesco I de' Medici, dipinto da Maso da San Friano; al
piano mezzanino fra il secondo e il terzo figura il granduca Pietro Leopoldo
di Lorena: a lui si deve la formazione della prima pinacoteca civica della
città, ritratto da Stefano Gaetano Neri. Al terzo piano si trova Umberto I di
Savoia, dipinto dal pratese Alessandro Franchi.
Le collezioni - La
storia del Museo inizia nel 1788, quando il granduca di Toscana Pietro Leopoldo
di Lorena propone di raccogliere nel Palazzo Comunale un primo nucleo di
dipinti provenienti dai monasteri e dagli oratori soppressi con l’intento
illuminista di educare all’arte i giovani della Scuola comunale del
Disegno. La
pinacoteca
civica nasce però solo settant’anni dopo, nel 1858, in due sale del Palazzo
Comunale e si compone di trentacinque opere, tra
le quali i polittici di Giovanni da Milano
e Bernardo Daddi, la
Madonna della
Cintola
e la Madonna del Ceppo di Filippo Lippi, la Pala dell’Udienza di Filippino. Tra
il 1866 e il 1900 la collezione si arricchisce grazie a ulteriori acquisizioni
e alle prime donazioni. Negli spazi espositivi del Palazzo Comunale, nel
frattempo ampliati e riorganizzati, arrivano la predella con le Storie della
Sacra Cintola di Bernardo Daddi, la Natività di Filippo Lippi e, dallo Spedale
Misericordia e Dolce, la collezione Martini con un consistente nucleo di dipinti
del Seicento e Settecento. Il 27 aprile del 1912 viene inaugurata la nuova sede
della galleria comunale, la collezione continua ad arricchirsi. Nel 1928 è
affidato al Museo in deposito statale un primo nucleo di modelli in gesso dello
scultore pratese Lorenzo Bartolini. Mostre ed esposizioni si susseguono fino al
1940, quando il Museo viene chiuso a causa della guerra e le opere spostate in
luoghi più sicuri. La successiva riapertura è del 1954, tra le mostre
organizzate in questo periodo, due soprattutto meritano di essere ricordate:
quella del 1955 curata da Federigo Melis sugli straordinari documenti
dell’archivio Datini, inaugurata da due presidenti della Repubblica, il neo
eletto Giovanni Gronchi e l’uscente Luigi Einaudi; e la prima grande mostra
dedicata a Lorenzo Bartolini nel 1978, a cura di Anna Maria Petrioli Tofani ed
Ettore Spalletti.
Mentre
si concludono i restauri e la riprogettazione del museo, dopo la chiusura del
1998, la collezione si arricchisce: nel 2010 con l’acquisto del Crocifisso di
Filippino Lippi; nel 2011 con la donazione Lipchitz e nel 2012 con le
pale di Santi di Tito e Alessandro Allori donate da Angela Riblet. Nel 2013 la
riapertura, a settembre la mostra Da Donatello a Lippi. Officina pratese,
la prima grande mostra sul Rinascimento a Prato. Ad aprile 2014 si inaugura
finalmente l’attuale allestimento del Museo.
Buon compleanno
Palazzo Pretorio!
Per festeggiare i 6 anni della inaugurazione
del Museo di Palazzo Pretorio sfogliamo con voi l’album di famiglia del
Pretorio, quello in cui è racchiusa la sua storia, che appartiene a tutta la
città
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Prato è
sempre stata una città ricca d’arte e di cultura: la devozione mariana legata
alla Cintola, la presenza di numerose chiese, conventi e monasteri, hanno
attirato in città numerosi artisti, che hanno lasciato opere importanti anche
sostenuti da mecenati e uomini illustri. Fu il
Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena nel 1788 a proporre di raccogliere nel palazzo
comunale un primo nucleo di dipinti provenienti dai monasteri e dagli oratori
soppressi per educare all’arte i giovani
artisti della Scuola comunale del Disegno, istituita a Prato dal 1772. Ma
la galleria nascerà solo 70 anni dopo, grazie alla volontà di Gaetano Guasti e del suo fratello, Cesare
. Sarà il Palazzo Comunale ad ospitare la prima collezione di 35 opere, in
quello che ora è l’ufficio del sindaco..
E nel
frattempo cosa succede a Palazzo Pretorio?
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Alla fine
del XIX secolo c’è un grosso dibattito in città sulle sorti del Palazzo.
All’epoca ospitava la sede della pretura, delle carceri e del Monte dei Pegni,
ma l’edificio era in pessime condizioni. Addirittura si pensò di demolirlo, per
dare una nuova fisionomia alla piazza. Fortunatamente alla fine venne invece
deciso di ristrutturarlo e di farne la sede del Museo Civico. Queste foto del
1910 ci mostrano i lavori di reintegro e di correzione, con la demolizione
delle ampie volte a botte, dei solai intermedi e dei divisori nelle
grandi sale
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La nuova
sede venne inaugurata il 27 aprile 1912 e fu un evento importante per la città.
Il primo allestimento della galleria
comunale, che occupava il secondo piano del palazzo, fu curato dall’architetto Roberto Papini.
Intanto continuarono i lavori di restauro del resto della struttura e la
collezione continuava ad arricchirsi. Sia l’interno che l’esterno del Pretorio
echeggiavano lo stile medievale, nostalgico dell’epoca gloriosa del libero
comune
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Finiti i
lavori, alla fine degli anni Venti, il Pretorio appare ripulito, il suo è un
assetto geometrico, e vengono recuperate l’elegante bifora trecentesca e
la bella nicchia tardogotica nella quale fino alla fine del 1700 era
conservata la statua in marmo di Roberto d’Angiò realizzata probabilmente nel
1335 per celebrare il sovrano napoletano che governava Prato e sulla facciata
di quel palazzo che a quel tempo era
sede del tribunale e destinato proprio ad abitazione del vicario regio. Questa
immagine ci offre anche l’occasione di vedere dove era collocata la statua
della Fortezza che ora è posta al primo piano del museo.
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Nella sala
del terzo piano del Pretorio restaurato, venne allestita nel 1932da Angiolo
Badiani ispettore onorario per i
monumenti per il territorio pratese, l’esposizione permanente del nucleo di 26
gessi dello scultore pratese L, B. che furono affidati già alla fine degli anni
Venti al Comune di Prato in deposito dallo stato..
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Nel 1934
Palazzo Pretorio ospita un’importante mostra sulla Direttissima, che fu molto
visitata. Proprio nel 1934 il re aveva inaugurato la “Direttissima” il treno
veloce che metteva in collegamento Firenze e Bologna. La realizzazione
dell’imponente opera aveva richiesto 30 anni di lavori, ed era costata 1
miliardo e 122 milioni. Migliaia di lavoratori provenienti da tutta Italia
erano stati impegnati sul cantiere. La mostra celebrava questo sforzo anche
ingegneristico e dette grande lustro a Palazzo Pretorio.
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Tra le
numerose esposizioni di quegli anni, si deve
ricordare l’inaugurazione nel 1937 del Museo del Risorgimento che fu
visibile fino al fino al 1940, quando
con la guerra il museo venne chiuso e le opere furono spostate in luoghi
più sicuri, come la Villa Medicea di Poggio a Caiano e il convento di San
Francesco.
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Il Museo
riapre nel 1954, con l’allestimento curato da Giuseppe Marchini e Silvestro
Bardazzi. Un allestimento che resterà di fatto immutato fino al 1997. Nel 1955
fu organizzata una mostra dedicata ai documenti dell’archivio Datini, curata da
Federigo Melis,. Fu inaugurata da due presidenti della Repubblica: il neo
eletto Giovanni Gronchi e l’uscente Luigi Einaudi. La città li accolse con orgoglio,
fu un riconoscimento dell’importanza anche culturale di Prato nel panorama
italiano.
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E’ del 1978 l’inaugurazione della
prima grande mostra dedicata a Lorenzo Bartolini, a cura di Anna Maria Petrioli
Tofani ed Ettore Spalletti.
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Piazza del
Comune e Palazzo Pretorio sono da sempre il centro della vita cittadina: come
dimenticare la notte del 1982 quando l’Italia vinse i Mondiali e tutta la città
si riversò in piazza a fare il bagno nella Fontana del Bacchino?
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Nel gennaio 1998 il Museo Civico
chiuse i battenti e iniziò il restauro
del Palazzo. Il progetto originario era stato affidato a Gae Aulenti e a Bianca
Ballestrero e comprendeva il Palazzo Pretorio e gli edifici adiacenti:
l’Addossato, l’ex Monte dei Pegni, l’edificio delle ex Carceri, il palazzo del
Valentini. La proposta era ambiziosa e fu drasticamente ridimensionata, sia per
problemi finanziari, sia per una serie di rilievi mossi dalla Soprintendenza.
Nel 1995 ebbe inizio la revisione del progetto limitato a Palazzo Pretorio,
all’Addossato e all’ex Monte dei Pegni, con una consistente diminuzione degli
interventi architettonici ed impiantistici. Per consentire l'avvio dei lavori
di consolidamento statico dell'edificio, nel 1998 il Museo venne chiuso e le
opere lasciarono il Palazzo e i capolavori del Trecento e del Quattrocento
furono esposti al Museo di pittura murale in San Domenico, nella mostra I
tesori della città, dove rimasero fino alla riapertura del museo. I complessi lavori di restauro, anche degli
affreschi e degli splendidi soffitti lignei dipinti, e di adeguamento
funzionale dell'edificio si sono conclusi nel 2013.
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E nel marzo 2013, finalmente, il Palazzo Pretorio riapre al pubblico il
primo piano con la mostra “L’arte di gesso” dedicata alla collezione, composta
da 21 gessi e 40 disegni di Jacques Lipchitz,donata dalla Fondazione americana
che porta il su nome e ora esposta in parte al terzo piano del museo. La mostra
anticipa il grande evento espositivo dedicata all’Officina Pratese. Da
Donatella a Lippi”, che si inaugurò nel settembre 2013 al primo e al secondo
piano . Fu la prima grande mostra sul Rinascimento a Prato. IL Pretorio tornava
così a far parte della geografia cittadina, la città tornava a riappropriarsi
di uno spazio che racconta la storia di Prato, nel palazzo che dal 1284 è
sempre stato testimone silenzioso della sua evoluzione.
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Il 12 aprile
2014 il Museo finalmente riapre con il nuovo allestimento, curato dagli
architetti Adolfo Natalini, Piero Guicciardini e Marco Magni e con la nuova
denominazione di Museo di Palazzo Pretorio. Anche il terzo piano, chiuso dal
1983, torna finalmente accessibile. L’inaugurazione fu una grande festa per la
città, il taglio del nastro si svolse in una piazza gremita e curiosa di poter
finalmente ammirare opere così importanti che da sempre le appartengono. Con
l’inaugurazione si aprirono le porte del museo e del suo straordinario
allestimento, che ancora oggi possiamo ammirare.
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Nei sei anni
trascorsi dalla inaugurazione sono stati tanti gli eventi ospitati nel Palazzo,
non solo grandi mostre, tutte strettamente legate alla storia cittadina, ma
anche concerti e spettacoli hanno reso il palazzo un punto di riferimento
importante per la vita culturale pratese.
Uno degli
eventi espositivi che riscosso maggiore successo in questo periodo è stato
quello intitolato “Legati da una
cintola”, e dedicato alla devozione
mariana in città e alla preziosa reliquia custodita in Duomo. Si è svolta tra
la fine del 2017 e l’inizio del 2018 e ha permesso di far conoscere il forte
legame di Prato alla Cintola, che in molti casi ha segnato la storia della
città.
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Dal 30 marzo 2019 cambia
l’ingresso del museo, si torna al vecchio progetto di Gae Aulenti e si apre il
Pretorio sulla piazza, proprio davanti alla fontana del Bacchino. La sala al
piano terra accoglie dunque la biglietteria, il bookshop e il servizio di
Informazioni Turistiche, che si sposta
qui da Piazza Buonamici. Si impone anche una riorganizzazione
dell’allestimento del piano terra, dove, si inseriscono due pregevoli novità:
il grande portone in legno
intagliato in origine posto all’ingresso del Monte di
Pietà che, fondato nel 1476, ebbe la sua sede nelle stanze al piano terra
del Pretorio.e la
bellissima spezieria dell’Ospedale Misericordia e Dolce, composta da circa novanta pezzi
in maiolica, di forme diverse, decorati in color celeste e turchino, eseguiti
tra il 1760 e il 1810 dalla Manifattura Ginori di Doccia di Sesto Fiorentino.
Successivamente la sala del primo piano del Monte dei Pegni viene stabilmente
allestita con la collezione di opere di Vinicio Berti donate dalla famiglia al
Comune di Prato nel 2007e dedicata a conferenze, concerti e attività del museo.
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Al piano terra
del Museo è attualmente allestita la mostra “Dopo Caravaggio. Il Seicento
Napoletano nelle collezioni di Palazzo Pretorio e della Fondazione De Vito”, un
viaggio straordinario in un periodo storico di grande interesse. La mostra
espone alcuni quadri mai visti e una rilettura aggiornata della pittura di quel
periodo, attraverso il dialogo delle opere della collezione civica pratese e quelle della Fondazione de Vito. Sono stati
numerosi i visitatori che l’hanno apprezzata e molti altri potranno continuare
a farlo, perché la mostra sarà prorogata. Vi aspettiamo non appena il Museo
potrà riaprire, seguendo le direttive Ministeriali
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Intanto non
ci resta che festeggiare il sesto compleanno del nostro museo Tanti auguri MPP
Il Museo di Palazzo Pretorio
fa capo al Servizio Cultura del Comune di
Prato
COMUNE DI PRATO
Sindaco
Matteo Biffoni
Assessore alle politiche
culturali
Simone Mangani
Dirigente del Servizio
Cultura, Turismo e Promozione del Territorio Rosanna Tocco
MUSEO DI PALAZZO
PRETORIO
Direttrice Scientifica
Rita Iacopino
Segreteria
Gianfranco Ravenni
Segreteria scientifica
Marta Gelli, Società
Cooperativa Culture
Comitato Scientifico
Lia Brunori Alessia Cecconi Claudio Cerretelli Marco Ciatti Rita
Iacopino Isabella Lapi Teresa Megale Diana Toccafondi
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