Classica Viva: al via il secondo appuntamento delle lezioni-concerto alla scoperta della musica classica
Dopo il successo del primo appuntamento, martedì 29 gennaio alle 20.30, prosegue alla Palazzina Liberty “Dario Fo e Franca Rame” la rassegna di Classica Viva
“Non capisco, son profano!”,
a cura dei pianisti
Luca Ciammarughi e
Stefano Ligoratti.
Milano 24 gennaio 2019 - Il secondo appuntamento approfondisce la forma-sonata attraverso il confronto fra due pilastri del primo Ottocento: la Sonata “Appassionata” op. 57 di Beethoven e l’ultima Sonata D 960 di Franz Schubert. Nel contesto del percorso divulgativo, questo confronto assume un significato speciale: osserveremo infatti come due compositori quasi contemporanei, formatisi con lo stesso maestro (Salieri) e vissuti nella stessa città (Vienna) arrivino a esiti artistici estremamente diversi, seppur in entrambi i casi altissimi.
Perché riprendere oggi, in una lezione-concerto di carattere divulgativo, questo confronto fra titani? Perché Beethoven e Schubert, come tutti i grandi classici, non smetteranno mai di dirci ciò che hanno da dirci.
L’analisi delle due Sonate diventa anche un modo per capire come, attraverso le scelte compositive, Beethoven e Schubert leggevano il mondo che li circondava e proiettavano sé stessi e la propria arte in quel mondo, ma anche in un sognato mondo futuro. Beethoven, nato nel 1770, aveva ancora fatto in tempo a vivere gli ideali rivoluzionari e napoleonici, pur subendo presto un’amara disillusione. Schubert, classe 1797, passò la sua breve vita nel pieno del governo di Metternich, ovvero in un regime poliziesco caratterizzato dall’imperversare della censura e della delazione.
Nella lezione-concerto, Stefano Ligoratti illustrerà la particolare e sintetica unità che lega i tre movimenti della Sonata “Appassionata”, mentre Luca Ciammarughisi soffermerà sulla natura della “divina lunghezza” schubertiana e sul rapporto (freudiano ante-litteram) heimlich/unheimlich. Ma verrà dato rilievo anche agli aspetti comuni fra due compositori che indubbiamente spalancano la strada al romanticismo e, attraverso la trasformazione profonda del concetto di bellezza, alla modernità.
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