Roma, Palazzo Doria Pamphilj- Memorie#Tradimenti nell’Appartamento Floridi
14 dicembre 2019 – 12 gennaio 2020
Roma, Palazzo Doria Pamphilj
Memorie#Tradimenti nell’Appartamento
Floridi
Nel Ninfeo di Diana e nella
Biblioteca degli appartamenti privati, aperti per la prima volta al pubblico,
vanno in scena i “tradimenti” in un confronto tra arte classica e contemporanea
Due gioielli architettonici come il
Ninfeo di Diana e la Biblioteca degli appartamenti privati di Palazzo Doria
Pamphilj aprono per la prima volta le porte al pubblico, a partire da sabato 14
dicembre, in occasione di Memorie#Tradimenti, l’ultima tappa della mostra
itinerante che mette a confronto, sul tema del “tradimento”, l’arte
contemporanea e la tradizione pittorica antica.
Palazzo Doria Pamphilj è stato dimora
di principi e principesse fin dal Seicento, quando Camillo Pamphilj volle
ampliare la residenza con magnifiche sale, decorate e arredate di volta in
volta secondo il gusto del principe padrone di casa. Il Ninfeo o Bagno di
Diana, in particolare, è una sala da bagno-alcova pompeiana, commissionata
nel 1840 e decorata a grottesche con una vasca-conchiglia dedicata alla Dea
Diana, un regalo del principe Filippo Andrea alla moglie Mary Talbot. Nel 2015
il Bagno di Diana ha ospitato le creazioni di Valentino Haute Couture, per un
evento privato, e ora sarà aperta gratuitamente al pubblico per Memorie#Tradimenti,
la mostra organizzata dall’Associazione Genius Loci Floridi Doria Pamphilj,
che vuole svelare il lato oscuro della memoria e della storia, quello dei
tradimenti e dei travisamenti. Dopo le tappe nei castelli e nei borghi tra le
Alpi e gli Appennini liguri, la mostra sarà esposta fino al 12 gennaio 2020 a
Palazzo Doria Pamphilj.
Flavia Bigi - l’artista che vive e lavora fra Roma e Parigi – ha scelto di
indagare il tema del tradimento attraverso un progetto dal titolo eloquente: “Traditur”,
dove il gioco dei dadi incarna l’incertezza del destino umano in un universo
esatto e matematico. Spiega l’artista: «Come la storia di una casata è
legata a una serie di alleanze e tradimenti spesso imprevedibili, così i grandi
dadi in marmo nero e bianco che recano incisi i simboli ispirati agli stemmi
araldici delle famiglie coinvolte, si interfacciano e si confrontano in
accostamenti inaspettati, suggerendo un intricato sistema di rimandi e
collegamenti». Il gioco dei dadi riporta nel presente la storia del
passato. Duplice è infatti il significato del termine “Traditur”: da un lato
richiama il significato latino del verbo “tardo”, ossia tramandare, raccontare
e dall’altro la parola evoca l’italiano “tradire” richiamando così la mostra “Memorie#Tradimenti”
che gravita attorno all’avventurosa vita di Francesco Maria Della Rovere
coinvolto in tre episodi di “tradimento” assieme alle famiglie Doria, Pamphilj
e Floridi. Attraverso la serie gioviana dei ritratti degli illustri, realizzati
con la tecnica della pictografia dalla Bottega Tifernate, vengono messi in
risalto traditi e traditori eccellenti, protagonisti del Rinascimento: in base
alla lettura delle vicende narrate, ognuno può essere visto come il tradito o
il traditore, come la vittima o il carnefice.
TRADITUR
Il gioco dei dadi è, fin dal giorno
della sua invenzione, simbolo dell’alea e quindi della sorte, che può prendere
strade inattese nonostante la buona volontà o l’abilità dei giocatori. L’uomo
si è sempre confrontato con questo tipo di dialettica: la pianificazione e la
strategia da una parte e l’imprevisto e l’incerto dall’altra. Nel progetto “Traditur”
di Flavia Bigi «i due dadi in marmo nero e bianco possono comporre uno
schieramento tattico, come negli scacchi, oppure una disposizione casuale,
secondo la lettura che si voglia dare ai singoli eventi. Gli animali e i
simboli incisi sui dadi sono estratti dagli stemmi nobiliari delle casate con
cui le famiglie Floridi, Doria e Pamphilj si sono confrontate nel corso dei
secoli, con cui hanno stretto alleanze o dalle quali sono state eventualmente
tradite. Il marmo, materiale nobile con cui le casate valorose e aristocratiche
hanno decorato palazzi e ville, incarna metaforicamente la certezza della
sopravvivenza dei principi nobili e la necessità che la verità resti scolpita».
“Traditur” di Flavia Bigi è l’opera
vincitrice della seconda edizione del premio Memorie# indetto dal Trust Floridi
Doria Pamphilj, in collaborazione con la Fondazione Santa Francesca Romana, la
Quattroventi srl e Lucia Viscio, con l’obiettivo di ripercorrere il passato
della famiglia Floridi Doria Pamphilj coniugando la tradizione storica con
l’innovazione dell’arte contemporanea.
Flavia Bigi è nata a Siena nel 1965,
ma ha studiato in varie parti del mondo, fra cui New York, Parigi e Roma.
Interessata a varie discipline, ha un approccio antropologico e filosofico
dell’arte contemporanea. Da queste discipline scaturiscono i progetti-indagine
che l’artista disegna prima come idee e che sviluppa poi in installazioni,
tramite l’uso di diversi medium. Il suo interesse principale è volto a
rintracciare il punto d’incontro tra la perfezione astratta della geometria,
intesa come strumento di misurazione delle azioni umane e la meraviglia
dell’incommensurabilità della natura dell’uomo. Ha esposto in Italia e
all’estero in mostre personali a New York, Parigi, Palermo, Zilina (Slovacchia)
e collettive in musei e fiere internazionali in Austria, Slovacchia, Svizzera,
Finlandia, Italia, Francia, Stati Uniti. Vive e lavora a Roma e Parigi.
MEMORIE#TRADIMENTI
La mostra, ideata e curata da Don
Massimiliano Floridi, in collaborazione con il Trust Floridi Doria Pamphilj e
la Fondazione Santa Francesca Romana, è dedicata a tre episodi familiari che
gravitano attorno alla vita del duca di Urbino Francesco Maria Della Rovere che
tra infanzia e maturità ebbe una delle esistenze più movimentate e altalenanti
del Rinascimento perché coinvolto in ben tre episodi di “tradimento” assieme
alle famiglie Doria, Pamphilj e Floridi, in tre differenti età della sua vita:
la fanciullezza, la giovinezza e la maturità.
Il primo episodio riguarda Cesare
Borgia che tradì il duca Guidobaldo da Montefeltro e il suo erede Francesco
Maria Della Rovere, a quel tempo sotto la tutela di Andrea Doria. Il secondo
concerne il Palazzo Doria Pamphilj a via del Corso che tra il 1507 e il 1601 fu
la residenza romana dei Della Rovere. Il terzo tradimento coinvolse Lorenzo II
de’ Medici, il “Duchetto” che rapì Orazio Floridi, ambasciatore di fiducia di
Francesco Maria Della Rovere, per carpirgli segreti militari. All’epoca i
tradimenti furono letti in chiave opposta: seppure con ammirazione, si
considerò Andrea Doria traditore della fiducia del Borgia; Francesco Maria
della Rovere delle aspettative dello zio, Papa Giulio II e, infine, insieme al
suo ambasciatore Orazio Floridi, traditori di Papa Clemente VII durante il
Sacco di Roma delle truppe imperiali.
I protagonisti delle vicende sono
stati raffigurati nello stile artistico proprio del Rinascimento. Tra il 1537 e
il 1540 Paolo Giovio allestì una collezione di ritratti di uomini illustri
nella sua Villa nei pressi di Como. Questa raccolta fu fondamentale nella
definizione dei canoni ritrattistici europei, le cui influenze si ritrovano sia
nella collezione di Cosimo I de’ Medici, conservata presso la Galleria degli
Uffizi, sia nella collezione Doria Pamphilj. Nel percorso espositivo i ritratti,
realizzati con la tecnica della pictografia dalla Bottega Tifernate,
rappresentano i traditi Andrea Doria, raffigurato come dio del mare dal
Bronzino, Fazio Santoro e Orazio Floridi; i traditori Cesare Borgia e Lorenzo II
de’ Medici; i Papi Alessandro VI, Giulio II e Clemente VII; gli storici Niccolò
Machiavelli che raccontò la strage di Senigallia, Baldassare Castiglione e
Francesco Guicciardini; infine Francesco Maria Della Rovere, rappresentato
nelle vesti di condottiero da Tiziano.
L’ASSOCIAZIONE GENIUS LOCI FLORIDI
DORIA PAMPHILJ
L'unione, la valorizzazione e la
promozione dei luoghi legati alle famiglie Floridi Doria Pamphilj sul piano
storico, culturale e turistico è l'obiettivo della neo-costituita Associazione
Genius Loci Floridi Doria Pamphilj. Può essere considerato sito storico Floridi
Doria Pamphilj qualsiasi luogo che abbia una storia in comune con quella delle
famiglie Floridi, Doria e Pamphilj e che testimoni legami stretti con la loro
cultura.
Da nord a sud, dalla Liguria alla
Calabria, la storia delle famiglie si snoda in più di 100 piccoli comuni
italiani e in alcune grandi città, come Roma, Napoli, Venezia e Genova, anche
se l'ambizione rimane quella di creare una rete tra i piccoli comuni che non
hanno i mezzi, da soli, per promuoversi e valorizzarsi e rischiano di perdere
la propria identità in termini di cultura ma anche di patrimonio. I soci sono i
Comuni, ma anche le associazioni culturali, le parrocchie, le aziende e le
persone fisiche che condividono con l'associazione gli stessi valori ed
ideali.
I fondatori dell'Associazione Genius
Loci Floridi Doria Pamphilj sono Donna Gesine Pogson Doria Pamphilj e Don
Massimiliano Floridi. Il presidente è Fulvio Gazzola.
Info
Palazzo Doria Pamphilj, via del Corso
305, Roma
Appartamento Floridi (piano terra)
Ingresso libero
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