“Consumi culturali” La Storia in Piazza.
Ritorna a Genova, a Palazzo Ducale, dal 7 al 10
aprile, con il tema “Consumi culturali”
La Storia in Piazza.
La partecipazione alle iniziative de La Storia in Piazza è a ingresso libero
Per il programma completo www.lastoriainpiazza.it
Quattro giorni di incontri, conferenze, lezioni magistrale, mostre e laboratori, che affronteranno questo tema secondo diverse chiavi di lettura – storica, sociologica, culturale, artistica – con ospiti esperti italiani e stranieri.
La storia dell’industria culturale è il tema proposto dalla VII edizione de La Storia in Piazza. Un lungo viaggio, dal libro prima di Gutenberg alla globalizzazione della cultura, per ripercorrere le rivoluzioni nella comunicazione, nell’arte e nello spettacolo. Dalle culture di élite al consumismo culturale ricostruendo le forme e i modi della produzione. Al centro, la società di massa dove diventa possibile immettere sul
mercato merci di tipo culturale prodotte in serie e sulla base di
politiche imprenditoriali sostanzialmente non dissimili da quelle di ogni altro
settore economico. Si parte quindi da Gutenberg e dalla rivoluzione della
stampa a caratteri mobili. Si prosegue con Shakespeare, che non smette di
appassionare per le continue scoperte sul rapporto fra i testi, i personaggi
dell’epoca, gli spettatori. Si approda a Mozart, sospeso fra la corte e il
pubblico pagante dell’emergente mercato di beni culturali. E poi ecco arrivare
nell’Ottocento, i primi giornali moderni, con tanto di pubblicità e romanzi
d’appendice, e il melodramma che forgia un nuovo modo di esprimere emozioni
individuali e collettive e si alimenta di sensibilità diffuse nella società.
Alla fine dell’Ottocento la produzione culturale era divenuta un fatto collettivo, frutto di lavorazioni complesse a cui partecipavano tanto i “creatori” individuali quanto i coordinatori e gli organizzatori, come in qualsiasi altro ramo industriale. Si crea una dimensione ‘trasversale’ della produzione e della circolazione del prodotto culturale, si definisce così una sorta di divisione del lavoro: la musica strumentale tedesca, la lirica italiana, i romanzi francesi (Balzac, Dumas, Verne) e inglesi (Walter Scott, Dickens, Conan Doyle) nell’800, il cinema e la musica popolare americana nel 900. Nell’era della riproducibilità dell’arte, le nuove tecnologie e i mezzi di comunicazione di massa potevano permettere a équipe di professionisti di prevedere e costruire i gusti del pubblico. E la crescita esponenziale di modi industriali di fare cultura nel Novecento, con lo sguardo impigliato nella cornice del cinema, dei fumetti, della tv e il paesaggio sonoro ridefinito dalla radio e dai dischi. Per arrivare alle teste e ai corpi di oggi iperconnessi, immersi nella rete. Da dove viene tutto questo? Chi e come lo produce? Come lo si consuma? Possiamo imparare a fare dei consumi culturali un uso produttivo, condiviso, libero e sostenibile, che crei lavoro e migliori la qualità della nostra vita quotidiana?
Alla fine dell’Ottocento la produzione culturale era divenuta un fatto collettivo, frutto di lavorazioni complesse a cui partecipavano tanto i “creatori” individuali quanto i coordinatori e gli organizzatori, come in qualsiasi altro ramo industriale. Si crea una dimensione ‘trasversale’ della produzione e della circolazione del prodotto culturale, si definisce così una sorta di divisione del lavoro: la musica strumentale tedesca, la lirica italiana, i romanzi francesi (Balzac, Dumas, Verne) e inglesi (Walter Scott, Dickens, Conan Doyle) nell’800, il cinema e la musica popolare americana nel 900. Nell’era della riproducibilità dell’arte, le nuove tecnologie e i mezzi di comunicazione di massa potevano permettere a équipe di professionisti di prevedere e costruire i gusti del pubblico. E la crescita esponenziale di modi industriali di fare cultura nel Novecento, con lo sguardo impigliato nella cornice del cinema, dei fumetti, della tv e il paesaggio sonoro ridefinito dalla radio e dai dischi. Per arrivare alle teste e ai corpi di oggi iperconnessi, immersi nella rete. Da dove viene tutto questo? Chi e come lo produce? Come lo si consuma? Possiamo imparare a fare dei consumi culturali un uso produttivo, condiviso, libero e sostenibile, che crei lavoro e migliori la qualità della nostra vita quotidiana?
Il 7
aprile Donald Sassoon, alle ore 18, nel Salone del Maggior Consiglio di
Palazzo Ducale, inaugurerà la rassegna con la lectio I mercati culturali, una esaustiva conferenza in cui lo
storico inglese riattualizza il suo importante studio sulla cultura degli
Europei dal 1800 a oggi, un
racconto dei consumi culturali che hanno fatto di noi europei quello che siamo
oggi. La stessa lectio verrà anticipata
da Sassoon, in collaborazione con la Fondazione Corriere della Sera, a Milano,
martedì 5 aprile in Sala Buzzati (angolo via S. Marco 21).
Tra i vari ospiti che affronteranno i
diversi argomenti, ricordiamo Victoria
De Grazia ( L’America e i consumi culturali), Bettina Boecker ( Shakespeare in vendita. I fruitori del
teatro agli albori della Londra moderna), Christophe Charle (
L’Ottocento: il primo secolo della cultura per tutti?), Charles Landry ( Città creative e ambiziose: passato, presente e futuro), Stephen Gundle ( La grande fabbrica dei sogni: l’industria della televisione in Italia
da “Lascia o Raddoppia” a Mediaset), Andrew
Pettegree ( L’invenzione del
giornalismo), Luciano Fontana in
colloquio con Alessandro Cassinis ( Il giornalismo di qualità nell’era della
trasformazione digitale), Francesco
Remotti ( Culture e mercato:
arricchimento o impoverimento?), Alberto
Abruzzese ( Cos’è l’industria
culturale: miti e realtà ), Giacomo
Marramao ( Forme del tempo: Walter
Benjamin e la Scuola di Francoforte), Carlotta
Sorba ( Il business dell’Opera:
emozioni sul palcoscenico), Michele
Dell’Ongaro ( Volevo essere Beethoven. Ovvero la musica che cambia il mondo), Germano Celant ( Il valore dell’arte ), Philippe
Daverio ( L’età napoleonica e il
patrimonio nazionale ).
Chiuderanno le quattro giornate del festival Ken Follett ( Come scrivere un best-seller) e Derrick de Kerckhove ( Sociologia della cultura digitale).
Chiuderanno le quattro giornate del festival Ken Follett ( Come scrivere un best-seller) e Derrick de Kerckhove ( Sociologia della cultura digitale).
Come ogni anno
oltre alle lectio e conferenze il festival prevede presentazioni di libri, mostre, musica, cinema e giochi e
un’importante programma didattico di laboratori e incontri.
Nel Sottoporticato
di Palazzo Ducale è allestita la mostra “Sebastiã Salgado- Genesi”, che
presenta Oltre 200 fotografie del più importante fotografo documentario del
nostro tempo. Uno sguardo appassionato,
teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di
cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più
rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova
armonia.
Un viaggio alle origini del mondo per
preservare il suo futuro.
Nell’Appartamento del Doge si può visitare l’esposizione Dagli
Impressionisti a Picasso. Capolavori del Detroit Institute of Arts,
52 opere, provenienti da museo americano, di grandi artisti come Van Gogh,
Matisse, Monet, Modigliani, Degas, Monet, Manet, Courbet, Otto Dix, Degas,
Picasso, Gaugin, Kandinsky, Cezanne, Renoir, pionieri e simboli delle
avanguardie, che furono capaci di anticipare il gusto moderno attraverso le
loro tele immortali.
Nella Loggia degli Abati si trova un’altra mostra: Tessuti d’artista,
Arte e design nella produzione della MITA 1926 -1976. Un’ occasione per conoscere la produzione della MITA (Manifattura Italiana Tappeti Artistici) fondata
nel 1926 a Genova Nervi da Mario Alberto Ponis.
Specializzata nella produzione di tappeti, arazzi e tessuti, la MITA si
avvalse della collaborazione di alcuni tra i più importanti architetti e
artisti dell'epoca, tra i quali Gio Ponti, Fortunato Depero, Arturo Martini,
Mario Sironi, Oscar e Fausto Saccorotti, Eugenio Carmi, Flavio Costantini,
Emanuele Luzzati, Gillo Dorfles, Enrico Paulucci, Arnaldo Pomodoro, Emilio
Scanavino e Ettore Sottsass jr.
Ritorna come ogni anno nel Cortile Maggiore del Palazzo Il
Crucistoria. Il cruciverbone
per giocare con le parole, un appuntamento per i visitatori, che
questa volta invita tutti a scoprire I dodici strumenti che hanno cambiato le
regole del gioco della produzione culturale. A cura di Lucio Bigi / Studio Woquini.
Il festival è fatto anche per i ragazzi, i bambini e le famiglie, a cui è
dedicato un importante e denso programma di circa 200 tra incontri e laboratori, la cui novità quest’anno è la
possibilità per gli studenti di entrare in contatto con professionisti del
settore, che hanno vissuto la nascita, l’evoluzione e il progressivo
adattamento ai tempi e al mercato delle diverse espressioni dell’industria
culturale. Sono state create occasioni per coinvolgere direttamente e in modo
attivo gli studenti, che hanno partecipato
ai progetti di alternanza scuola/lavoro e presentano così sia un allestimento sulla storia della musica,
ispirato all’opera di Stefano Arienti, un
gioco per immagini sul mito nel fumetto e nel cinema d’animazione e infine un
grande lavoro di ricerca, sia di contenuti che di materiale iconografico,
finalizzato all’incontro con Piero Dorfles.
Per il cinema sabato 9 aprile,
dalle ore 21 e per tutta la notte, gli appassionati potranno assistere a Filiera
corta: maratona no-stop di cortometraggi fra creatività indipendente e grandi
produzioni
La Storia in piazza, curata da Donald Sassoon, Emeritus Professor
of Comparative European History School of History Queen Mary, University of
London è organizzata e promossa da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura,
Comune di Genova, Centro Culturale Primo Levi, Università di Genova.
La Storia in Piazza è
gemellata con “Les Rendez-vous de l’histoire” di Blois ed è ad oggi il più
importante appuntamento con la storia in Italia.
PROGRAMMA
Giovedì 7 aprile
h. 9.15 Piero Dorfles
Quando
la letteratura incontra il grande pubblico ( incontro con gli studenti)
h. 10.45 Stefano Mauri
Scegliere,
pubblicare, distribuire ( incontro con gli studenti)
h. 12 Silvio Soldini
Raccontare
immagini ( incontro con gli studenti)
h.18 Donald Sassoon
I
mercati culturali
h.21 Donata Pesenti, Stefano Boni, Carlo
Brancaleoni
Da
Cabiria a Nanni Moretti: 100 anni di industria culturale cinematografica
italiana
Venerdì 8 aprile
h.
9.15 Donald Sassoon
Il
mercato di cultura ( incontro con gli studenti)
h. 10.30 Giorgio Verzotti
Arte,
tra tutela e mercato ( incontro con gli studenti)
h.11.30 David Ellwood
La TV
in Italia: l’invasione americana ( incontro con gli studenti)
h. 11.45 Stefano Senardi, Vittorio Cosma
Dal
vinile ai singoli di iTunes ( incontro
con gli studenti)
h.16 Michele dall’Ongaro
Volevo
essere Beethoven. Ovvero la musica che cambia il mondo
h.16 Giovanna Segre
La cultura
dell’economia della cultura
h. 17 Anna Maria Rao
Produrre
cultura nell’età dei lumi
h.17 Marino Sinibaldi
Un
millimetro in là. Intervista sulla cultura
h.18 Victoria de Grazia
L’America
e i consumi culturali
h.21 Philippe Daverio
L’età
napoleonica e il patrimonio nazionale
Sabato 9 aprile
h.11 Bettina Boecker
Shakespeare in vendita.
I fruitori del teatro agli albori della Londra moderna
h.11 Carlo Freccero
“La società dello
spettacolo” e il mercato della cultura
h.11 Roberta Sassatelli
Tra lusso e
consumo di massa: mercati culturali tra 800 e 900
h.12 Jean-Yves Mollier
Sempre più libri!
h.12 Sergio Escobar, Maurizio Luvizone
Sponsor ergo sum
h.12 Guido Festinese
Note a margine,
note di tutti / il Novecento del consumo musicale di massa
h.15 Alberto Abruzzese
Cos’è l'industria
culturale: miti e realtà
h.15 Giacomo Marramao
Forme del tempo:
Walter Benjamin e la Scuola di Francoforte
h.15 Annalisa Tota
Quando il cinema
cambia la storia
h.16 Anne Marie Thiesse
Mercificare la
Nazione
h.16 Francesco Remotti
Culture e mercato:
arricchimento o impoverimento?
h.16 Vittorio Giardino, Ferruccio Giromini
L’irruzione del
fumetto
h. 17 Christophe Charle
L’Ottocento: il
primo secolo della cultura per tutti?
h.17 Riccardo Bertoncelli
Frank Zappa, un
dissidente americano
h.18. Uliano Lucas
La fotografia tra
realtà e stereotipi
h. 18 Charles Landry
Città creative e
ambiziose: passato, presente e futuro
h.21 Filiera corta:
maratona no-stop
di cortometraggi fra creatività indipendente e grandi produzioni
a cura del Genova Film Festival
Domenica 10 aprile
h.10 Franco Monteleone
Una voce che ti
segue: la radio
h.10 Marco De Marinis
Il teatro contemporaneo
dentro, fuori, contro l’industria culturale
h.11 Andrew Pettegree
L’invenzione del
giornalismo
h.11 Maurizio Ferraris
Nietzsche e la
volontà di best-seller
h.11 Lucio Salvini - Renzo Chiesa
Game over.
Splendori e tramonto della discografia in Italia
h.12 Germano Celant
Il valore
dell’arte
h.12 Marcello Flores
Tra censure e
seduzioni: le arti nei regimi totalitari
h.15 Carlotta Sorba
Il business
dell’opera: emozioni sui palcoscenici
h.15 Stephen Gundle
La grande fabbrica
dei sogni: l’industria della televisione in Italia da “Lascia o Raddoppia” a
Mediaset
h.15 Franco Fabbri
“Number Nine...”:
musica e tecnologia dal secondo dopoguerra a oggi
h.16 H. Mark Glancy
Hollywood conquista
il mondo
h.16 Peppino Ortoleva
Il mercato della
comunicazione oggi: una mappa dinamica
h.16 Paola Dubini
Il peso dell’industria
culturale sull’economia italiana
h. 17 Giovanni Gozzini
Età (dell’oro)
della stampa. Dalla stampa a caratteri mobili alla rivoluzione digitale
h.17 Luciano Fontana, Alessandro Cassinis
Il giornalismo di
qualità nell’era della trasformazione digitale
h.18 Ken Follett
Come scrivere un
best-seller
h.21 Derrick de Kerckhove
Sociologia della cultura digitale
La partecipazione alle
iniziative de La Storia in Piazza è a ingresso libero
Per
il programma completo www.lastoriainpiazza.it
Le prenotazioni per le scuole si
possono effettuare online all’indirizzo www.palazzoducale.genova.it/prenotazioni-online
Per le famiglie è richiesta la
prenotazione all’indirizzo didattica@palazzoducale.genova.it
Quest'anno La Storia in Piazza è disponibile
anche online e su facebook.
Per seguire lo streaming (in diretta o
in differita) dei principali incontri e
conferenze basterà collegarsi ai siti: www.lastoriainpiazza.it ;
www.palazzoducale.genova.it
conferenze basterà collegarsi ai siti: www.lastoriainpiazza.it ;
www.palazzoducale.genova.it
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