Dal 23 al 28 ottobre al Teatro San Babila -Milano
SEBASTIANO LO MONACO
IL BERRETTO A SONAGLI
di Luigi Pirandello regia Sebastiano Lo Monaco
con Sebastiano
Lo Monaco, Marina Biondi
con la
partecipazione di Clelia PiscitelloUn classico
del teatro pirandelliano, come Il
berretto a sonagli, al Teatro San Babila
“Una commedia nata e non scritta. Così Pirandello ha
definito il suo Berretto a Sonagli”. Lo spettacolo, con la regia di Sebastiano
Lo Monaco. “Su questo pensiero ho costruito la mia regia: viva e non scritta.
Tutti gli attori in questo spettacolo hanno cercato di essere personaggi vivi e
veri, più di noi che respiriamo, alternando pianto e riso durante tutto lo
svolgimento del dramma. Mi preme però dire la ragione per la quale mi sono
appassionato a questo progetto. Il personaggio di Ciampa, apparentemente
grottesco, è in realtà straziante, ma soprattutto è il più moderno degli eroi
pirandelliani. Il “Berretto” è la storia di un uomo giovane, poco più di
quarant’anni, che tradito dalla moglie accetta la condanna e la pena di
spartire l’amore della propria donna con un altro uomo, pur di non perderla. Un
tema drammatico e attuale che si voglia o no. Per tradizione questo personaggio
è stato affrontato da attori alla fine della propria carriera, ad ogni modo
avanti con gli anni. Questo travisava la forza drammatica di Ciampa, così
eroico e pieno di umanità, una umanità silenziosa e astuta che gli dà la forza
di difendere la sua infelicità coniugale, contro la società ridicola di quel
tempo. Un personaggio insomma apparentemente piccolo ma infinitamente grande”.
Sebastiano Lo Monaco
Ispirata
alla novella di Pirandello del 1912 Certi obblighi, il Berretto
è la storia di un uomo giovane, poco più che quarantenne, che tradito dalla
moglie accetta la condanna e la pena di spartire l’amore della propria donna
con un altro uomo. Il personaggio di Ciampa, apparentemente grottesco, è in
realtà nella lettura di Sebastiano Lo Monaco, straziante, eroico e pieno di
umanità. Un’umanità silenziosa e astuta che gli dà la forza di difendere la sua
infelicità coniugale contro la società ridicola di quel tempo, per salvare il
“pupo” cioè la sua rispettabilità nella Sicilia dei primi del Novecento. Si
salverà il nostro protagonista, dall’essere deriso, come si fa coi buffoni che
portano sul capo il berretto della vergogna?
Commenti
Posta un commento