Inge Morath. La vita, la fotografia -
La vita, la fotografia
21 giugno – 22 settembre 2019
Loggia degli Abati, Palazzo Ducale - GENOVA
“Fotografare è un fenomeno strano. Ti fidi
dei tuoi occhi e non puoi fare a meno di mettere a nudo la tua anima”.
Questo credeva la
straordinaria Inge Morath, fotografa austriaca, famosa in tutto il mondo perché
fu la prima donna fotografo a lavorare per l’agenzia Magnum Photos, un mondo
che fino agli anni ‘50 era solo declinato tutto al maschile.
Palazzo Ducale di
Genova presenta una grande
retrospettivadi Inge Morath, che offre la stupefacente occasione di conoscere
più da vicino e in modo più intenso, la straordinaria arte creativa e la
profonda sensibilità di questa meravigliosa fotografa austriaca, ma autentica
cittadina del mondo.
L’esposizione, curata
da Brigitte Blüml–Kaindl, Kurt Kaindl e Marco Minuz, si concentra non solo
sulla sua ricca produzione fotografica ma soprattutto sulla sua vita, sulla sua
sensibilità, sulla sua anima.
Il lavoro di Inge Morath, prima diogni cosa,
è la testimonianza diun rapporto, di una passione, diuna necessità con la
fotografia.
Le oltre 170
immagini e le decine di documenti ci offrono la più ampia ed esaustiva
panoramica sullo straordinario lavoro prodotto da Inge Morath, ripercorrendone
l’intera carriera, ma anche regalando al visitatore curioso e appassionato, uno
squarcio significativo sulla personalità così sensibile della fotografa
austriaca.
Nel corso della sua vita
haviaggiato e fotografato moltoin
Spagna, Italia, Romania, Medioriente,America, Russia e Cina.
Non ha affrontato mai questi viaggi con
superficialità, bensìcon serietà, studiando la lingua,le tradizioni e la cultura
di ogni regione dove si recava. Era capace
di parlare correntemente tedesco,inglese,
francese, spagnolo,rumeno, russo e mandarino.
Negli scatti esposti
in mostra ritroviamo tutta la forza vibrante dei suoi reportage di viaggio,
quello dedicato alla città di Venezia, e le immagini scattate lungo il fiume
Danubio, ma anche i reportage realizzati in Spagna e in Russia, nell’Iran e in
Cina, in Romania e negli Stati Uniti d’America, e anche nella sua stessa terra
natia, l’Austria.
Sono immagini dove
traspare la profonda umanità e sensibilità di Inge Morath, che è la cifra
stilistica propria della sua arte.
Inge Morath ha imparato molto da Henri Cartier-Bresson a ErnstHaas e con cui ha collaborato inimportanti reportage. Il suo stile fotografico affonda le sue radici negli ideali umanistici conseguenti alla Seconda Guerra Mondiale, ma anche nella fotografia del“momento decisivo”, così comel’aveva definita Cartier-Bresson.
Le fotografie di Inge Morath sono immagini
che raccontano squarci della società che la circonda, sviscerandola quasi, ma
allo stesso modo narrano molto della sua stessa anima, della sua visione umana.
In esse vedi il mondo che è intorno a noi e ci leggi tanto di lei, sono come
pagine di un intimo diario segreto, che è, poi, la sua stessa vitae come lei
stessa scrive:“La fotografia è
essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore”.
Chesi trattasse di persone comuni opersonaggi
pubblici il suo interesseera identico e s’indirizzava sempreverso l’intimità di
ciascuno.
Inge Morath è stata
una donna determinata e volitiva, capace di imporsi in un mondo prettamente
maschile, come quello della fotografia; è stata capace di rompere gli schemi
sociali, che vedevano, negli anni ‘50, la donna solo come brava moglie e buona
mamma (e lei è stata anche moglie e madre di due figli!).
Ma è stata anche una
raffinata donna di cultura e sensibilità, vivendo preziose e intense amicizie
con i più grandi intellettuali e artisti del XX secolo.
Le stesse
personalità che ha anche immortalato con i suoi scatti fotografici, immagini
dove non è raffigurato solo il personaggio famoso, ma tra le pieghe della
fotografia, possiamo leggere anche l’intimo e profondo legame d’amicizia che li
legava con la fotografa.
E la ricordiamo
anche per essere stata la moglie di Arthur Miller, colei che entrò nel suo
cuore dopo la rottura con Marilyn Monroe. Lo conobbe sul set della pellicola
hollywoodiana The Misfits, lei come fotografa di set, inviata dall’agenzia per
cui lavorava, lui attore protagonista del film, accanto a mostri sacri come
Clark Gable e la stessa Marilyn Monroe.
Questa prima retrospettiva italiana è prodotta da
Suazes con Fotohof di Salisburgo, con la collaborazione di Fondazione
Cassamarca, Inge Morath Foundation e Magnum Photos.
Nata a Graz, in
Austria, nel 1923, dopo gli studi di lingue aBerlino, lavora come traduttricee
giornalista. Amica delfotografo Ernst Haas, realizzatesti per i suoi reportage.
Inge Morath non nacque propriamente come fotografa, la sua fu una passione incontrata quasi per caso sulla strada della sua vita, e divenuta, in un crescendo viscerale, la sua professione, la sua arte, il suo linguaggio creativo.
Inge Morath non nacque propriamente come fotografa, la sua fu una passione incontrata quasi per caso sulla strada della sua vita, e divenuta, in un crescendo viscerale, la sua professione, la sua arte, il suo linguaggio creativo.
Infatti, nel suo
Paese natio, l’Austria, la Morath era traduttrice – conosceva ben sette lingue!
– e giornalista; l’amicizia con il fotografo Ernst Haas la introdusse nel mondo
dell’agenzia fotografica Magnum Photos di Parigi. Lei gli curava i testi dei
suoi reportage, e intanto respirava la potenza creativa che sprigionava la
macchinetta fotografica attraverso uno scatto.
Ernst Haas si
accorse immediatamente del diamante grezzo che si nascondeva dentro l’anima di
Inge Morath, un seme pronto a germogliare per donare splendidi frutti creativi.
La medesima
intuizione la ebbe Robert Capa, quando le affidò l’incarico di ricercatrice e
redattrice per la famosa agenzia parigina. Ma fu con il geniale fotografo Henri
Cartier-Bresson che lei esplose in tutto il suo valore creativo.
Tra il 1953 ed il
1954, Morathè assistente di HenriCartier-Bresson. Negli anniseguenti viaggia in
Europa, NordAfrica e Medio Oriente. Sono del1958 la serie di curiosi
ritrattifotografici con le mascheredel disegnatore Saul Steinberg.
Sul set del film
“Gli spostati” di John Huston conosce ArthurMiller, che sposa nel 1962. Nel1965
si reca per la prima voltain Unione Sovietica. Nel 1978compie il primo viaggio
in Cina.
Fra i suoi soggetti
più popolari i ritratti di importanti personalitàdel Novecento come Pablo
Picasso, Doris Lessing, Marilyn Monroe,Alberto Giacometti, Allen Ginsberg, Pablo
Neruda, PhilpRoth, Igor Stravinsky,Arold Pinter, Gloria Vanderbilt.
Muore a New Yorkil
30 gennaio 2002.
Orari: martedì – venerdì 15.00/19.00
sabato – domenica 11.00/ 19.00
Biglietto: intero €10 ridotto 8 €.
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