Roma, 9 novembre 2018 - Il
27% dei pazienti oncologici dopo la diagnosi torna ad avere - con tempi diversi in base al tipo di neoplasia, al sesso, all’età d’insorgenza - la
stessa aspettativa di vita della popolazione generale. Inoltre
oggi in Italia il
63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi.
Il cancro è vita quotidiana per milioni di italiani, eppure sembra
ancora difficile immaginarlo come una patologia cronica. Sdoganare la
malattia è stato l’obiettivo di un gruppo di ragazzi, pazienti
oncologici e studenti di medicina, in scena con l’opera teatrale
I fuori sede, la prima dedicata all’esperienza di un tumore in giovane età. La storia liberamente tratta dalla vita di
Giacomo Perini (che interpreta se stesso), dopo lo straordinario successo del maggio scorso, riparte il 12 novembre da
Roma (Teatro Ambra Jovinelli), per toccare il 19 novembre
Milano (Teatro Manzoni), il 15 dicembre
Bari (Teatro Palazzo, in occasione di “FAVO donne”), il 28 febbraio
Pavia (Teatro Fraschini, invitati dalla Fondazione Cnao, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica),
Napoli e poi nuovamente
Milano,
ospiti dell’Università degli Studi Milano-Bicocca. Un’opportunità per
la Compagnia di testimoniare la forza, il dolore, l’ironia, l’energia di
una giovane vita che fa i conti con la sua malattia e al contempo la
necessità di una rete di affetti e di amicizie che la sostenga. Ideata
dall’
Associazione Pancrazio, scritta da
Maria Teresa Carpino, con Gigi Palla e Giacomo Perini, ha ricevuto l’apprezzamento della FAVO e dell’AIL.
I fuori sede rientra nel più ampio progetto
Racconti di vita,
una campagna di sensibilizzazione sulle gravi patologie oncologiche
attraverso la formula del teatro, resa possibile da un grant non
condizionato di Roche S.P.A. Protagonisti della pièce sono dieci
studenti universitari che si trasferiscono a vivere insieme. Uno di loro
effettua una visita di controllo per un dolore alla gamba. La diagnosi è
di tumore. La dinamica del gruppo di amici di 19-20 anni cambia e tutti
si trovano messi alla prova, a fare i conti con l’accettazione della
malattia e la sua gestione quotidiana. L’opera teatrale è arricchita
dalla presenza di un gruppo di ballerini, campioni mondiali di hip hop,
gli Stratos e dalla partecipazione di
Luca Valenti, voce in
XFactor edizione 2015 e attore nella serie teen di Disney Channel
Alex&co.
La storia si ispira a quella di Giacomo, un ragazzo romano colpito a
soli 18 anni da un osteosarcoma di alto grado, un tumore raro.
“Il cancro - sottolinea il Prof.
Francesco Cognetti,
Direttore Oncologia medica Istituto Regina Elena di Roma - grazie a
terapie sempre più efficaci, è ormai, in molti casi, da considerare una
malattia cronica. Se vogliamo che questo sia l’approccio diffuso,
dobbiamo riuscire a cambiare la prognosi ancora di tanti tumori. Per
farlo occorrono investimenti crescenti in programmi di screening per la
diagnosi precoce. E sull’attenzione dovuta alla malattia oncologica,
dobbiamo sentirci tutti coinvolti. Ben venga anche uno spettacolo che
porti in scena la normalità della vita di un giovane paziente, sanata
dalle paure e gli stigmi sociali che solitamente l’accompagnano”.
“La ricerca sulle malattie tumorali del sangue - afferma il Prof.
Francesco Gesualdi,
Direttore Generale Associazione Italiana contro le leucemie-linfomi e
mieloma Onlus - avanza con un’incredibile progressione. Le terapie, che
in Italia coinvolgono 31.700 pazienti hanno reso le leucemie, i linfomi e
il mieloma sempre più curabili. Incrementare la percentuale di
guarigione e gli anni di vita guadagnati è il nostro obiettivo, ma la
storia de I fuori sede ci richiama anche all’urgenza di migliorare la
qualità di vita dei malati”.
“Quello dell’Associazione Pancrazio – segnala il Prof.
Giuseppe Novelli
- è un progetto prezioso, perché scaturisce dalla voglia di mettersi in
gioco dei nostri ragazzi, affrontando insieme le difficoltà e insieme
crescendo”. E il Rettore dell’Università di Tor Vergata rilancia:
“occorre ora sviluppare sinergie tra tutte le università, perché questi
Studenti messi alla prova possano contagiare, con il loro entusiasmo,
anche i colleghi di altri atenei”.
“La malattia ha cambiato per sempre la mia vita e mi ha fatto diventare un’altra persona - racconta
Giacomo Perini -
rivivere in un contesto decisamente insolito come il palcoscenico di un
teatro quei momenti così duri è un’esperienza molto forte e di grande
emozione. Dal 2014 ad
oggi,
da quel giorno in cui ho iniziato questa difficile convivenza, ho
imparato a conoscermi, sono cresciuto e ho dovuto rispondere a domande
faticose. La speranza e il coraggio sono diventate sorelle e mi hanno
insegnato ad essere felice per quello che sono. I
fuori sede vuole accendere una luce sulla necessità di una normalità condivisa. Perché di cancro si vive”.
“Relazionarsi col paziente - dichiara
Francesco Bugamelli,
Presidente dell’Associazione Pancrazio - è parte importante del nostro
percorso di studenti di medicina. Cominciamo ad avvicinarci al mondo
ospedaliero che abiteremo tra qualche anno, imparando non solo a curare,
ma a prenderci cura. Entriamo in quel famoso rapporto medico-paziente,
centrale per la riuscita di ogni terapia. Ecco, il teatro è tutto
questo: ascolto, dialogo, empatia, emozioni. Nel nostro spettacolo la
forza comunicativa della finzione teatrale si combina con le storie di
persone che vivono la malattia e condividono il nostro approccio. Questo
insieme si compone in modo originale nella nostra opera”.
Un altro
modo è praticabile, quando alla malattia si associano difficoltà
lavorative, familiari e affettive, anche secondo la Vice Presidente
della FAVO, la Federazione Italiana Associazioni di volontariato in
oncologia: “Guarire dal cancro è possibile, conviverci è una necessità.
La nostra Federazione riunisce oltre 500 associazioni di volontariato -
ricorda
Silvana Zambrini - e da oltre 15 anni
rappresenta tutti gli italiani che direttamente o indirettamente lottano
contro un tumore. Abbiamo collaborato con grande piacere alla
produzione di questa opera teatrale”.
E ha creduto in questo testo anche la Roche, offrendo un grant non condizionato per
Racconti di vita,
più ampio progetto di sensibilizzazione sulle gravi patologie
oncologiche, attraverso la formula del teatro. “Siamo orgogliosi di
sostenere questa campagna – conclude
Federico Pantellini,
Medical Team Leader Oncology Roche S.P.A. – il nostro è un gruppo con
una presenza consolidata in Italia da oltre 120 anni, pionieristico
nella farmaceutica e nella diagnostica. In onco-ematologia siamo
impegnati nello sviluppo di soluzioni innovative per rispondere a
bisogni clinici insoddisfatti mediante lo sviluppo di approcci
terapeutici che vanno dall’immunoterapia alle terapie target. Grazie
all’innovazione in oncologia sempre più persone possono
oggi
convivere con il tumore; per migliorare la prospettiva di vita dei
pazienti è importante fornire un contributo alla corretta percezione e
gestione della malattia. Riteniamo di estrema importanza sostenere
iniziative come questa”
I
fuori sede saranno protagonisti di una campagna di promozione sulle emittenti del gruppo Radio Dimensione Suono.
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