VAN GOGH TRA IL GRANO E IL CIELO, docufilm
VAN GOGH TRA IL GRANO E IL CIELO
CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI
VALERIA BRUNI TEDESCHI
Regia di
Giovanni Piscaglia
Soggetto e
sceneggiatura di Matteo Moneta
Con la
consulenza scientifica e la partecipazione di Marco Goldin
Con la colonna sonora originale di
Remo Anzovino
CAST TECNICO
Regia di Giovanni Piscaglia Soggetto e sceneggiatura di Matteo MonetaCon la consulenza scientifica e la partecipazione di Marco
Goldin DOP Lorenzo GirominiMusiche originali di Remo Anzovino
Montaggio Valentina Ghilotti
Produttore Esecutivo Veronica Bottanelli
Prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital
SINOSSI
Un nuovo sguardo
su Van Gogh, attraverso il lascito della più grande collezionista privata di
opere del pittore olandese: Helene Kröller-Müller (1869-1939), che ai primi
del Novecento giunse ad acquistare quasi 300 suoi lavori, tra dipinti e
disegni. Una storia che racconta l'unione spirituale di due
persone che non si incontrarono mai durante la loro vita (Helene Kröller-Müller aveva 11 anni quando Van Gogh morì nel 1890)
ma che condivisero la stessa tensione verso l'assoluto, la stessa ricerca di
una dimensione religiosa e artistica pura, senza compromessi. Due universi
interiori dominati dall'inquietudine e dal tormento, che entrambi hanno
espresso attraverso una grande mole di lettere di altissima qualità letteraria:
fonti storiche insostituibili ed elemento suggestivo che punteggia la narrazione
del documentario.
Ad accompagnare l'intero racconto è l'attrice Valeria
Bruni tedeschi, ripresa nella chiesa di Auvers-sur-Oise, che Van Gogh
dipinse qualche settimana prima di suicidarsi in un campo poco distante.
L'occasione per raccontare l'intera parabola
artistica di Van Gogh, e la collezione di Helene Kröller-Müller, è una mostra di eccezionale rilievo, Van Gogh. Tra il grano e il cielo, alla Basilica Palladiana di Vicenza, curata dallo
storico dell'arte Marco Goldin, che raccoglie 40 dipinti e 85 disegni proventi
dal
Kröller-Müller Museum di Otterlo in Olanda, dove oggi è raccolta l'eredità di
Helene.
Al viaggio dentro la mostra, si affianca quello in
alcuni dei luoghi più importanti per l'arte di Van Gogh: Nuenen, Parigi,
Bruxelles, Auvers-sur-Oise, oltre a una serie di riprese realizzate ad Otterlo
nel Kröller-Müller Museum.
HELENE KRÖLLER-MÜLLER E LA SUA COLLEZIONE
Helene Kröller-Müller fu nel suo tempo una delle donne più ricche
d'Olanda. Figlia di industriali tedeschi, sposò Anton Kröller, un giovane e
abile socio del padre, con il quale si trasferì in Olanda e con cui ebbe 4
figli. L'interesse principale di Anton erano i trasporti marittimi e
l'industria estrattiva. Helene si avvicinò all'arte durante le lezioni di Henk
Bremmer, pittore e divulgatore culturale, cui era solita accompagnare la
figlia. Fu Bremmer a consigliarle i primi acquisti e a farle conoscere l'arte
di Vincent Van Gogh. E nel 1909 Helene acquistò il primo quadro del pittore
olandese. Negli anni della maturità, quando la sua collezione sarà la più
importante dopo quella degli eredi di Van Gogh, Helene deciderà di fondare un
museo per condividere con gli altri la serenità e il conforto che trae dai
quadri. L'ispirazione le verrà da un viaggio in Italia tra Milano, Roma e
soprattutto Firenze, dove l'esempio dei Medici e del loro mecenatismo fece su
lei una profonda impressione. Non sarà però un percorso facile: proprio mentre
si gettano le fondamenta del nuovo museo, la crisi economica del 1929 e alcuni
investimenti sbagliati del marito fermano i cantieri. Sarà solo nel 1939 che lo
Stato olandese finanzierà la costruzione, a condizione che la collezione
diventi di proprietà pubblica. I pensieri di Helene sull'arte e su Van Gogh –
che con la sua condotta austera e la sua religiosità ribelle fu per lei sempre
un esempio da seguire – sono raccolti in un ampio epistolario diretto per la
maggior parte a Sam van Deventer, di vent'anni più giovane, compagno di scuola
della figlia maggiore di Helene, che le fu accanto tutta la vita ma con il
quale ebbe una relazione probabilmente solo platonica. Helene si ispirò a Van
Gogh a tal punto da andare al fronte a curare i feriti durante la Prima guerra
mondiale, spinta da quello stesso amore verso i sofferenti e gli umili che
aveva portato Vincent a farsi predicatore laico tra i minatori della regione
belga del Borinage, qualche tempo prima di decidere di diventare artista. La
sua attività di collezionista contribuì in modo determinante ad attirare
l'attenzione sulla pittura di Van Gogh dopo la sua morte e a farne salire le
quotazioni. Van Gogh, che nella vita fu sempre solo e sfortunato con le donne
(amò dapprima una cugina da poco vedova, Kee, che lo rifiutò, tanto da
spingerlo a bruciarsi una mano su una candela davanti ai genitori di lei; poi
una prostituta di nome Sien, malata e con figli, che lui lasciò dietro
pressioni del fratello e del padre; poi più nessuna se non prostitute nei
bordelli) deve proprio a una donna, Helene, una cospicua parte della sua fortuna
postuma.
IL MUSEO KRÖLLER-MÜLLER DI OTTERLO
Il Kröller-Müller Museum si trova ad Otterlo, nell'Olanda sud-orientale, a circa
un'ora di auto da Amsterdam. L'edificio nasce su progetto dell'architetto belga
Henry van de Velde ed è realizzato in stile modernista e razionale, con
materiali semplici -vetro e mattone-
dopo il fallimento dei primi progetti molto più grandiosi proposti dallo
stesso van de Velde e da architetti del livello di HP Berlage, Peter Behrens e
Ludwig Mies van der Rohe. Oltre alle opere di Van Gogh, che occupano il cuore
del museo, altre sale ospitano capolavori di artisti di ogni tempo, da Lucas
Cranach a Picasso, da Odilon Redon a Seurat e Signac. Particolarmente numerose
le opere di Piet Mondrian presenti in collezione. All'esterno del museo, un
grande parco della scultura ospita lavori di Auguste Rodin, Jean Arp, Henri
Moore, Jean Dubuffet, Lucio Fontana e moltissimi altri, anche contemporanei.
Particolarità unica del Kröller-Müller è anche il fatto che
si trovi all'interno del parco nazionale dell'Hoge Veluwe, vastissima riserva
naturale un tempo terreno di caccia del marito di Helene, Anton, in seguito
anch'essa donata allo Stato. Un'area caratterizzata da una foresta con cervi e
cinghiali, ma anche da distese di sabbia che il vento ha portato qui dalle
coste. Testimonianza del tempo trascorso
nell'Hoge Veluwe dai Kröller-Müller è, poco distante dal
museo, lo Jachthuis Sint-Hubertus, casino di caccia dove Anton riceveva i suoi
ospiti ed Helene trascorreva il suo tempo in meditazione. Curioso, il lettuccio
dove Helene dormiva, una piccola alcova di meno di un metro e mezzo, dove pare
trascorresse la notte semi-seduta, ancora una volta seguendo le orme di Vincent
Van Gogh, nemico di ogni lusso. Una serie di riprese sono state realizzate
anche all'interno dell'atelier di restauro e conservazione del Kröller-Müller: le opere oggetto di intervento, in quel
momento, erano proprio quelle destinate alla mostra di Vicenza.
LA MOSTRA DI VICENZA
Curata da Marco Goldin, la mostra Van Gogh. Tra il grano e il cielo è stata allestita nella Basilica
Palladiana di Vicenza, uno degli edifici più belli del Rinascimento italiano,
detta dai vicentini la Dama Bianca. La
mostra -che ha avuto un'affluenza eccezionale-
racconta l'arte e il genio di Van Gogh attraverso i principali periodi
della sua attività, durata soltanto dieci anni, dal 1880 al 1890:
gli anni olandesi, dominati da scene di vita
contadina e da colori terrosi, debitori della pittura di Jean-François Millet e
della scuola realista francese di Barbizon (Van Gogh vedeva nei contadini le
persone più vicine al ciclo della terra, della vita e quindi a Dio); il periodo
parigino, dove Van Gogh trova la sua strada nell'esplosione del colore e nella
pittura a piccoli tocchi degli Impressionisti e dei post-Impressionisti come
Seurat, liberandosi dalle tinte oscure degli anni olandesi; Arles, il momento
più felice, dove il pittore si perde nella luce e nell'estasi della pittura en
plein air, nella pianura della Crau e a Saintes-Maries-de-la-Mer, ma dove la
tensione emotiva e il fallito tentativo di dare vita a una comunità artistica
insieme all'amico Gauguin lo portano alla prima grave crisi in cui si recide
parte dell'orecchio; il ricovero nella casa di cura per malattie mentali a
Saint-Rémy, sempre in Provenza, e l'elaborazione di un segno stilizzato e
vorticoso, forse il suo più caratteristico; infine le ultime dieci settimane a
Auvers-sur-Oise, in cui la sua pittura si fa più distesa, quasi in
preparazione alla morte che Van Gogh si
darà sparandosi al petto, nei campi. Fatto unico della mostra di Vicenza è
anche il rilievo dato al disegno nella pratica dell'artista olandese. Le sue
tele apparentemente istintive e realizzate in presa diretta si avvalevano
infatti di lunghi studi preparatori, non schizzi ma opere in sé compiute, dove
già si trova la presenza della linea spezzata che caratterizza lo stile dei
dipinti. Lavori delicati, i disegni, che soffrono la luce e che pertanto è
molto raro vedere esposti.
ALTRI LUOGHI
Il film ci porta – oltre Otterlo e Vicenza – in
alcuni luoghi importanti nella vita di Van Gogh e in quella di Helene.
Nuenen, Olanda
Alcune riprese
della chiesa di Nuenen, soggetto di quadri e disegni degli anni olandesi, fanno
da sfondo al capitolo dedicato all'ansia religiosa di Van Gogh, che trova un
parallelo in quella di Helene. Van Gogh, figlio di un pastore protestante dalla
fede convenzionale ma piuttosto aperta, diviene a un certo punto della sua vita
molto più religioso rispetto al resto della famiglia, tanto da tentare di farsi
predicatore egli stesso -tentativo che fallirà anche a causa del fanatismo e
l'intransigenza con cui affronta la dimensione religiosa. Un misticismo
febbrile che porterà poi nella sua pratica artistica, alla quale si consacrerà
in modo totale, fino a sacrificarvi in qualche modo la vita. Anche Helene, dal
canto suo, sperimenta fin da bambina crisi religiose, rifiutandosi ad esempio
di fare la professione di fede protestante come si aspettano i genitori.
Bruxelles
Georges Mayer, professore emerito di storia
dell'arte all'Accademia Reale di Belle arti di Bruxelles, parla dei pochi mesi
che Vincent trascorse in quelle aule. Il disegno, ai tempi, era considerato la
base imprescindibile della pittura. Van Gogh però abbandonerà presto
l'accademia, forse perché -come scrive al fratello- non ama dipingere nudi
maschili, preferendo ritrarre contadini vestiti nei campi. O ancor più
probabilmente perché l'ideale classico e accademico di bellezza propugnato a
Bruxelles contrastava con la sua visione cruda dell'arte e della vita, con il
suo amore per i soggetti tratti dal mondo del lavoro.
Parigi
Insieme allo scrittore e storico dell'arte Pascal
Bonafoux si percorrono le strade di Montmartre, a partire da Rue Lepic 54, dove
Vincent visse per due anni a partire dal 1886 con il fratello Theo. Vediamo il
Moulin de la Galette, soggetto di un quadro in mostra a Vicenza ma anche di un
celebre dipinto di Renoir; poi la vigna di Montmartre, anch'essa soggetto di
molti dipinti. Dai tavoli del caffè La bonne Franquette, Bonafoux racconta
come, "rubando" da Pissarro e da altri Impressionisti, Van Gogh trovi
la sua strada proprio negli anni parigini.
Auvers-sur-Oise,
Francia
Auvers è il
luogo delle ultime settimane di vita di Vincent Van Gogh, e qui, nella chiesa
da lui dipinta, sono state girate le sequenze narrate da Valeria Bruni
Tedeschi. Auvers fu molto popolare tra i pittori della seconda metà dell'800.
Vennero qui prima di lui Corot, Daubigny e poi Pissarro e Cézanne. Vincent vi
si reca perché dopo la Provenza ha di nuovo voglia di dipingere il Nord, e
perché lì vive il dottor Gachet, psichiatra che secondo il fratello Theo
potrebbe curarlo. Gachet è infatti amico di molti artisti ed artista lui
stesso.
Il viaggio italiano di Helene:
Alcune riprese sono state realizzate in Italia, nei
luoghi che hanno ispirato Helene Kröller-Müller nella sua decisione di fondare un museo. Milano, con la Basilica
di Sant'Ambrogio e lo Sposalizio della Vergine di Raffaello alla Pinacoteca di
Brera; Firenze, con la Basilica di Santa Croce e la tomba di Michelangelo, nel
cui busto funerario Helene trova una somiglianza con Van Gogh; Palazzo Vecchio,
origine di una gustoso equivoco: Helene che non conosce l'Italiano
pensa che a costruirlo sia stata la famiglia Vecchio...
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