VAN GOGH TRA IL GRANO E IL CIELO, docufilm

Risultati immagini per VAN GOGH TRA IL GRANO E IL CIELO3D Produzioni e Nexo Digital  presentano
 in anteprima mondiale nei cinema italiani solo il 9, 10, 11 aprile e a seguire sugli schermi di altri 50 paesi del mondo

VAN GOGH TRA IL GRANO E IL CIELO

CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI VALERIA BRUNI TEDESCHI
Regia di Giovanni Piscaglia  
Soggetto e sceneggiatura di Matteo Moneta 
Con la consulenza scientifica e la partecipazione di Marco Goldin 
Con la colonna sonora originale di Remo Anzovino
 Distribuzione  NEXO DIGITAL  Durata 85’

CAST TECNICO
Regia di Giovanni Piscaglia Soggetto e sceneggiatura di Matteo MonetaCon la consulenza scientifica e la partecipazione di Marco Goldin DOP Lorenzo GirominiMusiche originali di Remo Anzovino
Montaggio Valentina Ghilotti
Produttore Esecutivo Veronica Bottanelli
Prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital
 Formato 2D | 4K

SINOSSI

Un nuovo sguardo su Van Gogh, attraverso il lascito della più grande collezionista privata di opere del pittore olandese: Helene Kröller-Müller (1869-1939), che ai primi del Novecento giunse ad acquistare quasi 300 suoi lavori, tra dipinti e disegni. Una storia che racconta l'unione spirituale di due persone che non si incontrarono mai durante la loro vita (Helene Kröller-Müller aveva 11 anni quando Van Gogh morì nel 1890) ma che condivisero la stessa tensione verso l'assoluto, la stessa ricerca di una dimensione religiosa e artistica pura, senza compromessi. Due universi interiori dominati dall'inquietudine e dal tormento, che entrambi hanno espresso attraverso una grande mole di lettere di altissima qualità letteraria: fonti storiche insostituibili ed elemento suggestivo che punteggia la narrazione del documentario.

Ad accompagnare l'intero racconto è l'attrice Valeria Bruni tedeschi, ripresa nella chiesa di Auvers-sur-Oise, che Van Gogh dipinse qualche settimana prima di suicidarsi in un campo poco distante.

L'occasione per raccontare l'intera parabola artistica di Van Gogh, e la collezione di Helene Kröller-Müller, è una mostra di eccezionale rilievo, Van Gogh. Tra il grano e il cielo, alla Basilica Palladiana di Vicenza, curata dallo storico dell'arte Marco Goldin, che raccoglie 40 dipinti e 85 disegni proventi dal Kröller-Müller Museum di Otterlo in Olanda, dove oggi è raccolta l'eredità di Helene.

Al viaggio dentro la mostra, si affianca quello in alcuni dei luoghi più importanti per l'arte di Van Gogh: Nuenen, Parigi, Bruxelles, Auvers-sur-Oise, oltre a una serie di riprese realizzate ad Otterlo nel Kröller-Müller Museum.

 I LUOGHI, LE STORIE


HELENE KRÖLLER-MÜLLER E LA SUA COLLEZIONE

Helene Kröller-Müller fu nel suo tempo una delle donne più ricche d'Olanda. Figlia di industriali tedeschi, sposò Anton Kröller, un giovane e abile socio del padre, con il quale si trasferì in Olanda e con cui ebbe 4 figli. L'interesse principale di Anton erano i trasporti marittimi e l'industria estrattiva. Helene si avvicinò all'arte durante le lezioni di Henk Bremmer, pittore e divulgatore culturale, cui era solita accompagnare la figlia. Fu Bremmer a consigliarle i primi acquisti e a farle conoscere l'arte di Vincent Van Gogh. E nel 1909 Helene acquistò il primo quadro del pittore olandese. Negli anni della maturità, quando la sua collezione sarà la più importante dopo quella degli eredi di Van Gogh, Helene deciderà di fondare un museo per condividere con gli altri la serenità e il conforto che trae dai quadri. L'ispirazione le verrà da un viaggio in Italia tra Milano, Roma e soprattutto Firenze, dove l'esempio dei Medici e del loro mecenatismo fece su lei una profonda impressione. Non sarà però un percorso facile: proprio mentre si gettano le fondamenta del nuovo museo, la crisi economica del 1929 e alcuni investimenti sbagliati del marito fermano i cantieri. Sarà solo nel 1939 che lo Stato olandese finanzierà la costruzione, a condizione che la collezione diventi di proprietà pubblica. I pensieri di Helene sull'arte e su Van Gogh – che con la sua condotta austera e la sua religiosità ribelle fu per lei sempre un esempio da seguire – sono raccolti in un ampio epistolario diretto per la maggior parte a Sam van Deventer, di vent'anni più giovane, compagno di scuola della figlia maggiore di Helene, che le fu accanto tutta la vita ma con il quale ebbe una relazione probabilmente solo platonica. Helene si ispirò a Van Gogh a tal punto da andare al fronte a curare i feriti durante la Prima guerra mondiale, spinta da quello stesso amore verso i sofferenti e gli umili che aveva portato Vincent a farsi predicatore laico tra i minatori della regione belga del Borinage, qualche tempo prima di decidere di diventare artista. La sua attività di collezionista contribuì in modo determinante ad attirare l'attenzione sulla pittura di Van Gogh dopo la sua morte e a farne salire le quotazioni. Van Gogh, che nella vita fu sempre solo e sfortunato con le donne (amò dapprima una cugina da poco vedova, Kee, che lo rifiutò, tanto da spingerlo a bruciarsi una mano su una candela davanti ai genitori di lei; poi una prostituta di nome Sien, malata e con figli, che lui lasciò dietro pressioni del fratello e del padre; poi più nessuna se non prostitute nei bordelli) deve proprio a una donna, Helene, una cospicua parte della sua fortuna postuma.


IL MUSEO KRÖLLER-MÜLLER DI OTTERLO

Il Kröller-Müller Museum si trova ad Otterlo, nell'Olanda sud-orientale, a circa un'ora di auto da Amsterdam. L'edificio nasce su progetto dell'architetto belga Henry van de Velde ed è realizzato in stile modernista e razionale, con materiali semplici -vetro e mattone-  dopo il fallimento dei primi progetti molto più grandiosi proposti dallo stesso van de Velde e da architetti del livello di HP Berlage, Peter Behrens e Ludwig Mies van der Rohe. Oltre alle opere di Van Gogh, che occupano il cuore del museo, altre sale ospitano capolavori di artisti di ogni tempo, da Lucas Cranach a Picasso, da Odilon Redon a Seurat e Signac. Particolarmente numerose le opere di Piet Mondrian presenti in collezione. All'esterno del museo, un grande parco della scultura ospita lavori di Auguste Rodin, Jean Arp, Henri Moore, Jean Dubuffet, Lucio Fontana e moltissimi altri, anche contemporanei. Particolarità unica del Kröller-Müller è anche il fatto che si trovi all'interno del parco nazionale dell'Hoge Veluwe, vastissima riserva naturale un tempo terreno di caccia del marito di Helene, Anton, in seguito anch'essa donata allo Stato. Un'area caratterizzata da una foresta con cervi e cinghiali, ma anche da distese di sabbia che il vento ha portato qui dalle coste.  Testimonianza del tempo trascorso nell'Hoge Veluwe dai Kröller-Müller è, poco distante dal museo, lo Jachthuis Sint-Hubertus, casino di caccia dove Anton riceveva i suoi ospiti ed Helene trascorreva il suo tempo in meditazione. Curioso, il lettuccio dove Helene dormiva, una piccola alcova di meno di un metro e mezzo, dove pare trascorresse la notte semi-seduta, ancora una volta seguendo le orme di Vincent Van Gogh, nemico di ogni lusso. Una serie di riprese sono state realizzate anche all'interno dell'atelier di restauro e conservazione del Kröller-Müller: le opere oggetto di intervento, in quel momento, erano proprio quelle destinate alla mostra di Vicenza.


LA MOSTRA DI VICENZA

Curata da Marco Goldin, la mostra Van Gogh. Tra il grano e il cielo è stata allestita nella Basilica Palladiana di Vicenza, uno degli edifici più belli del Rinascimento italiano, detta dai vicentini la Dama Bianca.  La mostra -che ha avuto un'affluenza eccezionale-  racconta l'arte e il genio di Van Gogh attraverso i principali periodi della sua attività, durata soltanto dieci anni, dal 1880 al 1890:
gli anni olandesi, dominati da scene di vita contadina e da colori terrosi, debitori della pittura di Jean-François Millet e della scuola realista francese di Barbizon (Van Gogh vedeva nei contadini le persone più vicine al ciclo della terra, della vita e quindi a Dio); il periodo parigino, dove Van Gogh trova la sua strada nell'esplosione del colore e nella pittura a piccoli tocchi degli Impressionisti e dei post-Impressionisti come Seurat, liberandosi dalle tinte oscure degli anni olandesi; Arles, il momento più felice, dove il pittore si perde nella luce e nell'estasi della pittura en plein air, nella pianura della Crau e a Saintes-Maries-de-la-Mer, ma dove la tensione emotiva e il fallito tentativo di dare vita a una comunità artistica insieme all'amico Gauguin lo portano alla prima grave crisi in cui si recide parte dell'orecchio; il ricovero nella casa di cura per malattie mentali a Saint-Rémy, sempre in Provenza, e l'elaborazione di un segno stilizzato e vorticoso, forse il suo più caratteristico; infine le ultime dieci settimane a Auvers-sur-Oise, in cui la sua pittura si fa più distesa, quasi in preparazione  alla morte che Van Gogh si darà sparandosi al petto, nei campi. Fatto unico della mostra di Vicenza è anche il rilievo dato al disegno nella pratica dell'artista olandese. Le sue tele apparentemente istintive e realizzate in presa diretta si avvalevano infatti di lunghi studi preparatori, non schizzi ma opere in sé compiute, dove già si trova la presenza della linea spezzata che caratterizza lo stile dei dipinti. Lavori delicati, i disegni, che soffrono la luce e che pertanto è molto raro vedere esposti.


ALTRI LUOGHI


Il film ci porta – oltre Otterlo e Vicenza – in alcuni luoghi importanti nella vita di Van Gogh e in quella di Helene.

Nuenen, Olanda
Alcune riprese della chiesa di Nuenen, soggetto di quadri e disegni degli anni olandesi, fanno da sfondo al capitolo dedicato all'ansia religiosa di Van Gogh, che trova un parallelo in quella di Helene. Van Gogh, figlio di un pastore protestante dalla fede convenzionale ma piuttosto aperta, diviene a un certo punto della sua vita molto più religioso rispetto al resto della famiglia, tanto da tentare di farsi predicatore egli stesso -tentativo che fallirà anche a causa del fanatismo e l'intransigenza con cui affronta la dimensione religiosa. Un misticismo febbrile che porterà poi nella sua pratica artistica, alla quale si consacrerà in modo totale, fino a sacrificarvi in qualche modo la vita. Anche Helene, dal canto suo, sperimenta fin da bambina crisi religiose, rifiutandosi ad esempio di fare la professione di fede protestante come si aspettano i genitori.


Bruxelles
Georges Mayer, professore emerito di storia dell'arte all'Accademia Reale di Belle arti di Bruxelles, parla dei pochi mesi che Vincent trascorse in quelle aule. Il disegno, ai tempi, era considerato la base imprescindibile della pittura. Van Gogh però abbandonerà presto l'accademia, forse perché -come scrive al fratello- non ama dipingere nudi maschili, preferendo ritrarre contadini vestiti nei campi. O ancor più probabilmente perché l'ideale classico e accademico di bellezza propugnato a Bruxelles contrastava con la sua visione cruda dell'arte e della vita, con il suo amore per i soggetti tratti dal mondo del lavoro.

Parigi
Insieme allo scrittore e storico dell'arte Pascal Bonafoux si percorrono le strade di Montmartre, a partire da Rue Lepic 54, dove Vincent visse per due anni a partire dal 1886 con il fratello Theo. Vediamo il Moulin de la Galette, soggetto di un quadro in mostra a Vicenza ma anche di un celebre dipinto di Renoir; poi la vigna di Montmartre, anch'essa soggetto di molti dipinti. Dai tavoli del caffè La bonne Franquette, Bonafoux racconta come, "rubando" da Pissarro e da altri Impressionisti, Van Gogh trovi la sua strada proprio negli anni parigini.

Auvers-sur-Oise, Francia
Auvers è il luogo delle ultime settimane di vita di Vincent Van Gogh, e qui, nella chiesa da lui dipinta, sono state girate le sequenze narrate da Valeria Bruni Tedeschi. Auvers fu molto popolare tra i pittori della seconda metà dell'800. Vennero qui prima di lui Corot, Daubigny e poi Pissarro e Cézanne. Vincent vi si reca perché dopo la Provenza ha di nuovo voglia di dipingere il Nord, e perché lì vive il dottor Gachet, psichiatra che secondo il fratello Theo potrebbe curarlo. Gachet è infatti amico di molti artisti ed artista lui stesso.

Il viaggio italiano di Helene:
Alcune riprese sono state realizzate in Italia, nei luoghi che hanno ispirato Helene Kröller-Müller nella sua decisione di fondare un museo. Milano, con la Basilica di Sant'Ambrogio e lo Sposalizio della Vergine di Raffaello alla Pinacoteca di Brera; Firenze, con la Basilica di Santa Croce e la tomba di Michelangelo, nel cui busto funerario Helene trova una somiglianza con Van Gogh; Palazzo Vecchio, origine di una gustoso equivoco: Helene che non conosce l'Italiano pensa che a costruirlo sia stata la famiglia Vecchio...

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