Brescia. due mostre, DADA 1916. LA NASCITA DELL’ANTIARTE **E ROMOLO ROMANI

a  brescia  due  mostre AL MUSEO SANTA GIULIADal 01 Ottobre 2016 al 26 Febbraio 2017
**DADA 1916.
          La nascita dell’antiarte
**e romolo  romani

DADA 1916.  La nascita dell’antiarte, Museo di Santa Giulia, Brescia
Dal 01 Ottobre 2016 al 26 Febbraio 2017
1916-2016: Cento Anni di Avanguardie, il ciclo di mostre che i musei bresciani dedicano ai capolavori dell’Arte Moderna.
DADA 1916. La nascita dell’antiarte, la  mostra realizzata in collaborazione con Università Cattolica e Accademia di Belle Arti Santa Giulia, è curata da Luigi Di Corato, Elena Di Raddo, Francesco Tedeschi e ha l’obiettivo di documentare, attraverso 270 opere e oggetti originali, la potenza creativa del movimento che ha sconvolto l’arte di tutto il mondo a cento anni dalla sua nascita.

In contemporanea viene presentata anche ROMOLO ROMANI 1884-1916 Sensazioni, figure, simboli, realizzata in occasione dei cento anni della scomparsa del grande artista milanese – ma bresciano d’adozione - che fu tra i firmatari del primo manifesto futurista e di cui i Civici Musei conservano ben 60 opere straordinarie che, dopo un minuzioso lavoro di restauro, saranno riproposte al pubblico a oltre venti anni dall’ultima esposizione.

Due mostre con un unico biglietto per valorizzare le collezioni futuriste e dadaiste,
DADA 1916. La nascita dell’antiarte

Con il Patrocinio di: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; Confederazione Svizzera – Consolato Generale di Svizzera a Milano; Istituto Svizzero.

Ricorre nel 2016 il centenario della nascita di Dada, il movimento artistico più anarchico e innovativo dell’arte del Novecento e per questa occasione Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei - con la collaborazione di Accademia di Belle Arti Santa Giulia e Università Cattolica del Sacro Cuore - realizzano la principale mostra in Italia dedicata all’anniversario del Dada presentando 270 tra opere d’arte e documenti originali dei protagonisti della scena Dada a partire dal 1916 sino alla fine degli anni Venti: Hugo Ball, Tristan Tzara, Max Ernst, Marcel Duchamp, Man Ray, Francis Picabia, George Grosz, Otto Dix, Hans Arp, Arthur Segal, Hans Richter, Hannah Höch, Marcel Janco, Richard Huelsenbek, Sophie Taüber-Arp, Paul Klee, Kurt Schwitters, Lázló Moholy-Nagy, Theo Van Doesburg, Viking Eggeling. A questi si affiancano Julius Evola, l’artista italiano più direttamente coinvolto nelle vicende di Dada, con due dei suoi capolavori e importanti opere provenienti da collezioni private e pubbliche, i futuristi, ispiratori del movimento zurighese, presenti in mostra con opere di Filippo Tommaso Marinetti, Giacomo Balla, Fortunato Depero, Enrico Prampolini, Francesco Cangiullo, Gino Galli, Carlo Erba, i metafisici Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis e Carlo Carrà, in parte conservate nei Musei Civici a cui si aggiungono importanti prestiti. 

L’obiettivo è di tributare un doveroso omaggio al Dadaismo concentrando l’attenzione sul suo rapporto con l’arte italiana e la sua diffusione a sud delle Alpi con particolare attenzione a Lombardia e Canton Ticino, due luoghi emblematici per la genesi e la fortuna che il movimento Dada ha avuto nel secondo dopoguerra.
Tutto ciò trova piena corrispondenza in materiali provenienti da privati - grazie alla generosità di importanti collezionisti europei, ma anche italiani, bresciani e milanesi in particolare – e alla preziosa collaborazione di musei e istituzioni italiane come la Galleria d’Arte Moderna di Torino, le Gallerie d’Italia, la Fondazione Marconi di Milano e il Centro Apice dell’Università degli studi di Milano, oltre che svizzere, come il Museo d’Arte Moderna della Svizzera Italiana di Lugano, il Museo Comunale d’arte Moderna di Ascona e la Pinacoteca comunale Casa Rusca di Locarno.

La mostra offrirà, durante tutta la sua durata, importanti iniziative culturali dedicate a cinema e teatro dadaista, a letture e performance, anche grazie alla ricostruzione in mostra del Cabaret Voltaire, luogo di nascita del movimento e teatro delle sue sperimentazioni più audaci.

Il percorso espositivo si svolge in quattro sezioni tematiche e dodici sottosezioni:

1- DADA PRIMA DI DADA

Arte, misticismo e anarchia: l’ambiente del monte verità Attraverso le forme dell’Avanguardia
Futurismo e Dada

2 - DADA, ZURIGO E IL CABARET VOLTAIRE
Dada in Italia
Zurigo e il Cabaret Voltaire

3 - ARTE E FILOSOFIA DADA
Astrazione e movimento L’oggetto
La parola
Il caso e il collage Sperimentazione fotografica

4 - OLTRE DADA
Dada e Surrealismo Astrattismo e Costruttivismo    L’esposizione è l’occasione per fare il punto sull’impatto e la relazione che il Dadaismo ha avuto nella cultura sia internazionale che italiana nel periodo della sua nascita e del suo sviluppo, anche al fine di condividere quelle idee e innovazioni che hanno cambiato per sempre il corso dell’arte contemporanea con le scuole e i giovani in formazione, offrendo loro un confronto con la vitalità di iniziative artistiche realizzate dai giovani di cento anni fa.

Il catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale, di circa 240 pagine, raccoglie un ricco materiale documentario della mostra con testi critici e approfondimenti.

La rivoluzione dadaista  
Dada è stato il movimento artistico più irriverente della storia moderna. Sviluppatosi tra il 1916 e il 1920 in Svizzera attorno a Tristan Tzar, Hugo Ball e Jean Arp come provocazione contro tutti gli -ismi letterari ed artistici, ha investito soprattutto le arti visive, la letteratura, il teatro e la grafica, assorbendo suggestioni di vario genere, dai poeti tardosimbolisti francesi all’espressionismo tedesco, dalle ricerche strutturali dell’avanguardia russa alle intuizioni di Marcel Duchamp, passando per le “parole in libertà” dei nostri futuristi Marinetti, Carrà, Cangiullo. 


«Col senno di poi, fu una vera rivoluzione. Forse una delle poche davvero riuscite», scrivono i curatori di “Dada 1916. La nascita dell’antiarte”. Il 5 febbraio 1916 nella sala del Cabaret Voltaire, ricostruito quest’anno a Zurigo per il centenario, si tenne per la prima volta «un nuovo genere di spettacolo, volutamente fondato sul “non-senso”, sull’assurdo, sulla casualità delle espressioni e delle azioni. Un “caso” e un “non-senso” che […] facendo leva proprio sull’annullamento, sull’azzeramento delle forme espressive precedenti, diventava il punto di partenza di una lunga serie di iniziative, di idee, di proposte, che contribuirono nei mesi e negli anni successivi alla scossa di un’arte che scardina i limiti degli stili, delle tecniche, delle relazioni fra la parola, l’immagine, il suono», si legge nell’introduzione alla mostra. 

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